Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un “assistito” napoletano che, grazie al suo Monaciello del Lotto, ci offre una previsione misteriosa e affascinante
Lettere da Napoli: Il Monaciello del Lotto
Miei cari lettori, nella mia lunga carriera di studioso del Lotto, ho analizzato statistiche, studiato algoritmi e decifrato le geometrie più complesse. Ho sempre affrontato questo mondo con un approccio razionale, quasi scientifico. A volte, però, la vita ti mette di fronte a storie che sfidano la logica, storie che affondano le loro radici non nei tabelloni analitici, ma nel cuore pulsante e magico della tradizione popolare. E quando una di queste storie bussa alla tua porta, non puoi fare a meno di ascoltare. Oggi, con un misto di scetticismo professionale e di incontenibile curiosità, inauguro una rubrica che sono certo vi appassionerà: “Lettere da Napoli: Il Monaciello del Lotto”.
Tutto nasce da una email che ho ricevuto qualche giorno fa, un testo così colorito, così intriso di quel fascino misterioso e scanzonato tipico di Napoli, che ho dovuto leggerla tre volte per essere sicuro di aver capito bene. Il mittente si presentava come un “assistito”. Per chi non fosse avvezzo alla terminologia partenopea, un “assistito” è una persona che si ritiene sia in contatto con entità soprannaturali (spesso le anime del Purgatorio o altri spiriti) dalle quali riceve, tra le altre cose, i numeri vincenti da giocare. L’entità in questione, in questo caso, è una delle figure più iconiche e sfuggenti del folklore napoletano: il Monaciello.
Il Monaciello è uno spirito piccolo, dispettoso, a volte benevolo, che secondo la leggenda abita le case antiche di Napoli. Può nascondere oggetti, fare scherzi, ma si dice anche che possa indicare i luoghi di tesori nascosti o, appunto, sussurrare i numeri giusti all’orecchio di pochi eletti. La persona che mi ha scritto, un certo Gennaro Scognamiglio, sostiene di essere uno di questi. Mi ha chiesto, con un’insistenza quasi cerimoniosa, di diventare il portavoce ufficiale del suo Monaciello per i lettori di Lottogazzetta. Di fronte a una proposta del genere, come potevo rifiutare? Vi presento, senza filtri e con un sorriso sornione, la sua incredibile lettera.
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La Lettera di Gennaro Scognamiglio
“Egregio, Illustrissimo e Carissimo Dottor Pinna,”
“Mi perdoni l’ardire di questo mio scritto, ma la fama della sua perizia e della sua passione per il nobil giuoco mi ha raggiunto fin quaggiù, nel cuore pulsante dei Quartieri Spagnoli di Napoli, dove io risiedo in un basso che fu di mio nonno e del nonno di mio nonno. Il mio nome è Gennaro Scognamiglio, e sono un uomo semplice: di giorno aiuto mio cugino Pasquale al mercato del pesce, ma di notte, Dottore, di notte parlo con chi non si vede.”
“Vede, io sono un ‘assistito’. Non è una cosa che ho scelto, mi ci sono trovato. Fin da bambino sentivo presenze, piccoli rumori, oggetti spostati. Mia nonna, buonanima, mi diceva sempre: ‘Gennà, tu tieni ‘o spiritillo bbuono vicino a te’. E quello spiritillo, crescendo, ho capito chi era. È lui, ‘o Monaciello. Un piccoletto vestito da frate, che non si fa vedere quasi mai, ma si fa sentire eccome. A volte mi nasconde le chiavi della Vespa per dispetto, altre volte mi fa trovare venti euro nella tasca di un jeans che non mettevo da un anno. È fatto così, un po’ scostumato ma con un cuore d’oro.”
“Da qualche anno, la nostra amicizia si è, come dire, ‘professionalizzata’. Ho capito che quando gli chiedevo un aiuto per i miei amici del quartiere, lui rispondeva. Non con le parole, no. Il Monaciello non parla. Comunica. E lo fa in un unico posto, in un’unica maniera. Nel mio basso c’è una piccola stanza in fondo al corridoio, la vecchia camera da letto di una prozia rimasta zitella. Nessuno ci entra mai, la porta è sempre chiusa. È una stanza che è rimasta ferma al 1950, c’è solo un vecchio letto in ferro battuto, un comò e una poltrona di velluto rosso, tutta consumata. Quella è la ‘Stanza del Monaco’.”
“Quando un amico mi chiede i numeri, io la sera compio il mio rito. Porto nella stanza un bicchiere di vino rosso buono e un pezzo di pane fresco, li lascio sul comò, accendo una singola candela e mi siedo sulla poltrona. Non prego, non chiedo. Aspetto. A volte passano ore. La stanza diventa fredda, sento dei brividi. E poi, all’improvviso, sulla superficie impolverata dello specchio del comò, con il dito invisibile del Monaciello, compare un numero. Un solo numero, l’ambata. Poi un altro brivido, più forte, sulla schiena. E poi altri due, più leggeri, sulle braccia. E quelli sono gli abbinamenti. Io trascrivo tutto sul mio quadernino e ringrazio, lasciandogli il vino e il pane.”
“Dottor Pinna, vengo al dunque. Fino ad oggi ho dato i numeri a pochi intimi: il salumiere, il meccanico, la signora Maria del primo piano. E il Monaciello, a modo suo, ci ha sempre dato una mano. Ma ora è diventato… come dire… ambizioso. Lo sento irrequieto. Mi fa capire che vuole un pubblico più grande. L’altra notte mi ha fatto cadere dal muro il quadro di San Gennaro per tre volte. Ho capito il messaggio: ‘Gennà, questi numeri devono arrivare a più gente!’. E chi, se non il più grande sito del Lotto in Italia, può essere il suo portavoce?”
“Perciò le chiedo, con il cuore in mano, di pubblicare la ‘visione’ che il Monaciello mi ha concesso appositamente per i suoi lettori. Mi ha fatto capire che questa è una prova. Se la fortuna bacerà i suoi lettori, lui sarà felice di continuare questa collaborazione. Io non le chiedo nulla, solo di essere il tramite tra un umile ‘assistito’ e il popolo dei giocatori che la segue con tanta fede.”
“In attesa di un suo cortese cenno, la ossequio con la stima di un suo umile e devoto ammiratore,”
“Gennaro Scognamiglio”
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La Mia Riflessione su Questa Incredibile Storia
Vi confesso che, dopo aver letto questa email, sono rimasto in silenzio per diversi minuti. Da un lato, la mia mente da statistico e da uomo di scienza mi urlava di cestinare tutto come la farneticazione di un personaggio eccentrico. I numeri, per me, sono frutto di calcoli, cicli, probabilità. Non di spiriti golosi di vino e pane. La logica mi imponeva di archiviare il tutto con un sorriso e passare oltre.
Ma poi, ha prevalso l’altra parte di me. Quella dell’appassionato, dell’uomo che sa che il gioco del Lotto, specialmente a Napoli, non è mai stato solo matematica. È sogno, è scaramanzia, è tradizione, è un legame indissolubile con un mondo invisibile che vive nei vicoli, nelle storie tramandate, nelle leggende come quella del Monaciello.
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Chi sono io per ergermi a giudice di una fede così genuina e di una storia così affascinante? Chi sono io per negare ai miei lettori la possibilità di sognare insieme a Gennaro?
E allora, ho deciso di accettare questa bizzarra collaborazione. Ho risposto a Gennaro e gli ho detto che avremmo pubblicato la sua prima “visione”. Lo faremo come un gioco, un esperimento a metà tra il sacro e il profano, tra la statistica e il mistero. Non vi chiedo di crederci, ma di lasciarvi affascinare da questa storia, come ho fatto io.
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La “Visione” del Monaciello per i Lettori di Lottogazzetta
Come da accordi, Gennaro mi ha ricontattato, emozionatissimo. Mi ha raccontato di aver passato la notte nella “Stanza del Monaco” e che “o’ piccerillo”, lusingato dall’opportunità, si è manifestato in modo particolarmente chiaro e potente. “Dottò,” mi ha detto al telefono, “ha quasi finito il bicchiere di vino stavolta! E i numeri che ha dato… mamma mia, sento una forza che non sentivo da tempo”.
Questa che segue, dunque, non è una mia previsione. Non è frutto di calcoli o di software. Questa è, così come mi è stata consegnata, la “Visione di Gennaro Scognamiglio”, il consiglio del suo Monaciello per tutti noi. Le ruote, mi ha specificato Gennaro, le ha scelte lui: Napoli, “perché è casa sua”, e la Nazionale, “per farsi conoscere in tutta Italia”.
La Visione di Gennaro Scognamiglio
(ispirata dal Monaciello)
Ruote di Studio: NAPOLI e NAZIONALE
Capogioco (il numero sullo specchio): 14
Numeri Convergenti (i brividi): 4 – 41 – 44
(Valido per 9 colpi a partire dall’estrazione di sabato 11 ottobre 2025)
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Un Patto con il Mistero
E così, miei cari lettori, inizia la nostra avventura. Abbiamo stretto un patto con il mistero. A ogni estrazione, o quasi, pubblicheremo i consigli che Gennaro riceverà dal suo piccolo e misterioso amico. Sarà un modo per esplorare insieme il confine labile tra credenza e statistica, tra folklore e lottologia. Funzionerà? L’intervento del Monaciello supererà in efficacia i miei algoritmi più complessi? Chi può dirlo.
Io, da parte mia, continuerò a proporvi le mie analisi rigorose e scientifiche. Ma in questo piccolo angolo del nostro sito, lasceremo che a parlare sia la magia. Statistica o soprannaturale? Scienza o scaramanzia? Io non ho una risposta. Ma come sono sicuro direbbe Gennaro in questo momento, con un gran sorriso: “‘O Dottò, e che ce ne importa? Noi intanto… pruovammoce!”. Buona fortuna a tutti.
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