Si può dire che le due soluzioni hanno probabilità di realizzarsi su per giù uguali, con un lievissimo favore per la prima soluzione, dato che in essa si è diminuita la distanza di mezza unità, mentre nella seconda l’aumento è stato di mezza unità per le distanze e di una unità per la somma.
Allo scopo di livellare le rettifiche sarebbe da preferire una terza soluzione, nella quale, mentre si aumenta la differenza a 46, si diminuisce la somma a 90. In tale caso l’ambo integrativo sarebbe
37.15
Il quale ambo si ricava dal seguente quadro operativo:
TERZO METODO
Tot. 90 tot. 46
– 38 – 24
= 52 22
Il primo risultato della sottrazione, il 52, si riferisce alla somma di un ambo x y; e l’altro risultato della sottrazione, il 22, si riferisce alla differenza (o distanza) dello stesso ambo x y; che è il seguente:
Ambo 37.15
Infatti 37 + 15 = 52
37 – 15 = 22
Ma quale dei tre metodi preferire?
La matematica classica vi direbbe che ciascuno dei tre ambi, comunque ricavati, ha la stessa, proprio la stessa probabilità, di essere estratto.
A ben considerare le cose, dal nostro punto di vista geometrico dinamico, non è certo agevole stabilire una sia pure ipotetica ragione di preferenza.
Come avete potuto constatare, i valori medi ricavati dalle operazioni hanno prodotto, tre ambi integrativi:
1° caso ambo 37 16
2° caso ambo 38 16
3° caso ambo 37 15
Nei tre ambi appare due volte il 37 e due volte il 16. In base a tale ultimo rilievo sarebbero sul medesimo piano tutte e tre le soluzioni.
Vale a dire, apparso l’ambo 7.31, la probabilità di vedere realizzarsi, nell’immediato futuro, i valori medi integrativi si ripartisce equamente nei tre ambi in questione, ricavati con i tre metodi di integrazione.
Noi, però, siamo propensi nel ritenere lievemente preferibile il primo e il secondo metodo di integrazione, vale a dire i due ambi che contengono il termine 37 e cioè:
37.15 e 37.16
A questo punto il lettore potrà domandarsi: come si ricavano gli ambi integrativi?
Un noto teorema algebrico dice: se abbiamo un oggetto, es. A e ad esso aggiungiamo un altro oggetto, es. B; poi aggiungiamo ancora un oggetto A, ma togliamo l’oggetto B, ciò che otteniamo saranno due oggetti A. L’oggetto B è scomparso.
Il discorso può essere così raffigurato:
(A+B)+(A-B) = 2A
Il risultato 2A vuol dire il doppio di A; ossia due volte A. Di solito, con i numeri, si mette il segno di moltiplicazione (x); ma con le lettere si mette il punto (.) oppure niente. Invece di 2.A si scrive semplicemente 2A, ed è 2A che conosciamo, in quanto conosciamo i valori somma e differenza di A e B senza conoscere singolarmente A e singolarmente B.
Dividendo questo risultato per 2 si ottiene il valore di A; in quanto:
2A : 2 = A
Noi desideriamo trovare i valori x y dell’ambo di integrazione; e quindi possiamo benissimo applicare questa formula per conoscere sia il valore di x sia quello di y; e determinare l’ambo che, secondo il nostro metodo, è a più probabile comparire in una prossima estrazione.
Usando x e y, la formula diventa:
(x+y) + (x-y) = 2x
Conosciamo 2x ma non conosciamo nè x nè y.
Dividendo 2x per 2 otteniamo il valore di x che ci era ignoto, ossia il primo termine dell’ambo che stiamo cercando.
Questo termine non è altro che il valore A.
Per trovare il valore di y dobbiamo trovare il valore di B; ed è facilissimo.
Se A + B = S, e conosciamo il valore di S in quanto conosciamo la somma dei valori medi A + B senza però conoscere il valore di B, allora il valore di B si ricava da una sottrazione. Occorre sottrarre dalla somma
(A + B) = S
il valore di A, conosciuto e avremo il valore di B ancora incognito.
Un esempio pratico chiarirà le idee.
Prendiamo il nostro simpatico ambo di base
7.31
Somma
7 + 31 = 38
Differenza
7 – 31 = 24
Si tratta di una differenza algebrica, ossia da 7 unità ne togliamo 31 e otteniamo – 24 unità; ma scriviamo il risultato in valore assoluto, senza il segno (-) che non ci interessa.
(fine 3° parte)
Indicazioni di gioco dall’estrazione del lotto di oggi 16/02/2016
Cagliari ambata 10.18
per ambo e terno 10.18.22.36