Sogno numeri vincenti Lotto di Carmelo
L’incredibile storia del terno sognato e mai giocato da Carmelo

L’ironia amara di Carmelo pizzaiolo e del suo terno
- La premessa: Carmelo e la sua vita a forno e Lotto
- Il sogno di zì Michele: tra spettri, pizze e numeri
- La giocata in delegazione (e qui casca la mozzarella)
- Il giorno del “miracolo”… che nessuno ha giocato
- La reazione di Carmelo: teatro napoletano a cielo aperto
- Cosa insegna la storia di Carmelo (oltre a non delegare mai…)
- Previsione Lotto ispirata al racconto
La premessa: Carmelo e la sua vita a forno e Lotto
Questa è una storia vera, dopo un sogno premonitore, così come ci è stata raccontata dallo stesso Carmelo
Carmelo Esposito, pizzaiolo da tre generazioni, vive nel cuore di Napoli, a due passi da Piazza del Gesù. Ogni sera impasta, sforna, condiziona, serve e… sogna.
Sì, perché se da un lato c’è la farina, dall’altro c’è il Lotto: passione antica che scorre nelle vene del napoletano come la salsa di pomodoro nel ragù della domenica.
La sua speranza eterna? Azzeccare almeno un terno secco e andarsene a vivere “a Posillipo, cu ‘na piscinetta e senza manco ‘na padella da pulì.”
Ogni sera Carmelo annota numeri, legge la smorfia, interroga la moglie Annunziatella sui sogni della notte (“E chi hai visto? E che faceva?”), come un misto tra Totò e Pitagora.
Il sogno di zì Michele: tra spettri, pizze e numeri
Una notte di marzo, mentre fuori diluviava come nel Diluvio Universale, Carmelo sogna zio Michele, morto da 7 anni, pizzaiolo come lui, grande giocatore del Lotto.
Nella scena onirica, Carmelo è dietro il forno, impasta una pizza con le mani giganti come pale da mulino. Entra zio Michele con un grembiule bianco immacolato, lo guarda e dice: “Carme’, ascoltami: 24, 42, 90. Giocali a Napoli e a Palermo. Terno sicuro.”
Svegliatosi in un bagno di sudore, Carmelo balza in cucina, scrive i numeri su un tovagliolo con la biro Bic della figlia. Sveglia Annunziatella: “Senti qua! Ho sognato zì Michele! M’ha dato i numeri!”
Lei: “Ma statte calmo, è notte fonda!” Lui: “Domani vai tu alla ricevitoria, io tengo la farina fino ai gomiti. Giocali pari pari!”
Annunziatella annuisce col sonno negli occhi. Ma quando il giorno arriva…
La giocata in delegazione (e qui casca la mozzarella)
La mattina dopo, Carmelo va in pizzeria, dimentica il sogno e si concentra sui supplì. Annunziatella, invece, si dedica alla spesa, trova l’amica Concetta al banco salumi e si perde a chiacchierare di unghie semipermanenti e puntate di “Un posto al sole”.
I numeri? Il sogno? La ricevitoria? Puff!
Congelato come la mozzarella industriale, Carmelo sente il sangue salire al cervello, molla l’impasto e urla in sala: “NUZIEEEEEEEEEEEEEEEE’!!!”
Il giorno del “miracolo”… che nessuno ha giocato
Arrivato a casa con le mani ancora impanate, Carmelo trova Annunziatella intenta a stirare le camicie. Il dialogo che segue è da commedia di Eduardo:
- Lui: “Dimmi che hai giocato i numeri.”
- Lei: “Quali numeri?”
- Lui: “QUELLI DI ZIO MICHELE!!!”
- Lei: “Maronna mia, me so’ scurdat’!”
Silenzio tombale. Poi, Carmelo si accascia sulla sedia, mani tra i capelli. Fa due conti a mente: il terno secco, con una schedina da 1 euro, avrebbe fruttato 4.500 euro netti. Con 2 euro? 9.000 euro.
“E tutto per colpa d’‘e unghie rosa confetto e Concetta che parlava del marito che russa!”
La reazione di Carmelo: teatro napoletano a cielo aperto
Per due giorni non apre bocca. In pizzeria, i clienti lo trovano silenzioso come un forno spento. Scrive sulla lavagna: “Oggi pizza muta, pizzaiolo muto.”
Annunziatella prova a rimediare: “Ma se rifacciamo i numeri magari riescono ancora…” “Eh certo, e magari pure zì Michele si risveglia e viene a impastare coi morti!”
Il terzo giorno, Carmelo si riprende. Ritorna ai fornelli, ma da allora tiene un quaderno in tasca con scritto a caratteri cubitali: “NON DELEGARE MAI LA GIOCATA, MANCO A SAN GENNARO.”
Il tovagliolo con i numeri? Lo ha incorniciato e appeso in pizzeria sotto la foto di Maradona.
Cosa insegna la storia di Carmelo (oltre a non delegare mai…)
La storia di Carmelo fa ridere, sì. Ma sotto sotto, è una perfetta metafora napoletana: tra sogni, superstizione, fiducia coniugale e quel pizzico di fatalismo che a Napoli è religione.
Il sogno numeri vincenti Lotto non è solo una trovata comica, oltre ad essere una storia vera come tante altre, ma un archetipo culturale. Chi non ha mai avuto almeno una volta l’istinto di giocare un numero sognato?
La smorfia napoletana è un linguaggio parallelo, e le storie come questa ci ricordano quanto sia radicata nel DNA del popolo partenopeo.
Dati curiosi: quanto si gioca a Napoli?
- Il 37% dei giocatori italiani di Lotto sono nel Sud Italia
- Napoli è la città con la maggiore concentrazione di ricevitorie in rapporto alla popolazione
- Secondo uno studio dell’ISTAT 2023, almeno 1 napoletano su 3 gioca al Lotto regolarmente
Previsione Lotto ispirata al racconto
Ecco i nuovi numeri sognati ultimamente da Carmelo, da giocare realmente per chi vuole seguire il “messaggio onirico”:
Numeri: 22 – 51 – 83
Ruote: Napoli e Palermo
Sorte consigliata: Terno secco e ambo
Validità: 9 colpi a partire dalla prossima estrazione
Consiglio: Segnatevi i numeri e giocate personalmente… non fate come Annunziatella!
Morale della favola (e invito ai lettori)
Questa è la Napoli che amiamo: quella delle risate amare, delle coincidenze assurde, dei sogni che si incrociano con la cabala.
Il “sogno numeri vincenti Lotto” resta una delle espressioni più umane del desiderio di cambiamento, e il racconto di Carmelo ne è l’esempio perfetto.
Tu hai mai sognato numeri vincenti? Hai perso una giocata per colpa di una dimenticanza? Scrivilo nei commenti!
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