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Sant’Eligio Santo del giorno per il 1 dicembre

Il Santo del Giorno si propone di essere una rassegna quotidiana sulla storia dei Santi, contenuti all’interno del Calendario Vaticano e custoditi nella memoria della Chiesa.

Narrazioni di maestri di vita cristiana di tutti i periodi storici che, come fari luminosi, illuminano e orientano il nostro cammino.

Vite da emulare, da capire e da fare proprie, per cercare di raggiungere quegli obiettivi cristiani con cui il catechismo ci ha indottrinato.

Si è portati, leggendo, a riflettere su quei comportamenti che comunemente, nella vita di tutti i giorni, abbiamo e a cui non facciamo caso, ma che altri vedono anche a nostra insaputa.

Tramite alcuni software di numerologia, per ciascuno dei Santi di  cui giornalmente è raccontata la vita, sono calcolati dei numeri da utilizzare come meglio riterrete opportuno.

                                  

Sant’Eligio Santo del giorno per il 1 dicembre

Sant'Eligio

Eligio, nato vicino a Limoges alla fine del VI secolo, nella sua infanzia era così abile nelle arti manuali, che suo padre decise di collocarlo come apprendista presso un argentiere di Limoges. In pochi anni non ebbe rivali nell’arte della lavorazione dei metalli. 

La sua pietà e virtù lo raccomandavano ancora più altamente dei suoi talenti; la sua franchezza, prudenza, gentilezza e carità furono ammirate da tutti.

Il re di Francia, Clotario II, seppe di lui, lo mandò a chiamare e gli ordinò di fare un trono d’oro ornato di gioielli. A tal fine il re fornì una grande quantità di oro e pietre preziose, e con i materiali che gli furono dati Eligio non fece uno, ma due magnifici troni. 

Colpito dalla rara onestà e abilità dell’artigiano, nonché dalla straordinaria bellezza del suo lavoro, il re lo nominò orafo reale per il suo regno e lo tenne nel suo palazzo. Fino ad allora il Santo aveva amato gli ambienti lussuosi, ma ora, toccato da una grazia particolare, iniziò a vivere in mezzo alle ricchezze come un povero discepolo di Gesù Cristo. Il suo più grande piacere era creare bellissimi reliquiari per i santi. 

Ma soprattutto amava i poveri, e i tesori che passavano dalle sue mani a quelli degli indigenti difficilmente si potevano contare. Quando degli estranei chiedevano di vederlo, gli veniva detto di andare in una certa strada e fermarsi alla casa davanti alla quale attendeva una folla di mendicanti; quella sarebbe la sua casa.

Si lavava i piedi, li serviva con le sue stesse mani, prendeva l’ultimo posto a tavola e mangiava solo gli avanzi. Quando Sant’Eligio non aveva più soldi, dava via i suoi arredi e il suo stesso cingolo, il suo mantello e le sue scarpe.

L’amicizia del Santo con il re Dagoberto, successore di Clotario II, è diventata leggendaria. Un giorno Eligio andò dal re e gli disse: Mio principe, sono venuto a chiederti un favore: dammi il terreno di Solignac, affinché io possa fare una scala con la quale io e te possiamo ascendere al cielo. Il re acconsentì volentieri e il santo costruì un monastero. Nessuno dei due divenne monaco, ma Sant’Eligio amava visitare i religiosi e trascorrere qualche giorno con loro di tanto in tanto, per essere edificato dalla loro regolarità.

Sant’Eligio fu infine obbligato ad accettare una nomina alla sede episcopale di Noyon. La sua vita di vescovo fu la continuazione delle sue buone opere. Possedeva il dono dei miracoli; scacciava i demoni e guariva i malati con una semplice parola o il tocco della sua mano. Grazie a uno speciale dono di Dio, trovò i corpi dei santi onorati da tempo, ma i cui luoghi di sepoltura erano sconosciuti. È lui che ha trovato le sacre spoglie di San Quintino, l’illustre martire, quelle di San Piat a Seclin e di San Luciano a Beauvais; per tutte queste cose egli stesso fece dei bellissimi reliquiari. Morì nel 665, pentito da tutti.

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