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Sant’Ambrogio il Santo del giorno per il 7 dicembre

Il Santo del Giorno si propone di essere una rassegna quotidiana sulla storia dei Santi, contenuti all’interno del Calendario Vaticano e custoditi nella memoria della Chiesa.

Narrazioni di maestri di vita cristiana di tutti i periodi storici che, come fari luminosi, illuminano e orientano il nostro cammino.

Vite da emulare, da capire e da fare proprie, per cercare di raggiungere quegli obiettivi cristiani con cui il catechismo ci ha indottrinato.

Si è portati, leggendo, a riflettere su quei comportamenti che comunemente, nella vita di tutti i giorni, abbiamo e a cui non facciamo caso, ma che altri vedono anche a nostra insaputa.

Tramite alcuni software di numerologia, per ciascuno dei Santi di  cui giornalmente è raccontata la vita, sono calcolati dei numeri da utilizzare come meglio riterrete opportuno.

                                  

Sant’Ambrogio il Santo del giorno per il 7 dicembre

Quando nell’anno 369 sant’Ambrogio, il giovane figlio di un senatore romano, fu mandato da Probo, prefetto d’Italia, nella grande provincia della Liguria Emilia in Italia, l’ufficiale gli disse: Va’ e non fare da giudice, ma come vescovo. 

Ambrogio, sebbene non cristiano, aveva già resistito con la sua probità all’influenza corruttrice della gioventù romana del suo tempo. In Liguria si mostrò clemente come diretto, e la sua grande erudizione divenne nota anche agli abitanti della regione. 

Nell’anno 374 era già governatore della provincia, nel momento in cui a Milano, in questa stessa regione, c’era bisogno di un vescovo per quella grande sede. Poiché gli eretici a Milano erano molti e feroci, andò a mantenere l’ordine durante l’elezione del nuovo prelato. 

Sebbene fosse ancora solo un catecumeno, era volontà di Dio che il governatore provinciale fosse scelto per acclamazione. Nonostante le sue proteste e la sua successiva fuga da Milano quando non furono accettate, fu trovato, battezzato e consacrato per la sede arcivescovile.

Disteso allora in ogni compito pastorale, pieno di simpatia e di carità, mite e condiscendente in materia di indifferenza, era inflessibile nelle questioni di principio. Manifestò il suo intrepido zelo quando fu necessario sfidare la rabbia dell’Imperatrice Giustina, resistendo e sventando il suo empio tentativo di dare una delle chiese di Milano agli Ariani. 

Distribuì ai poveri tutto ciò che aveva d’oro e d’argento e affidò tutta l’amministrazione finanziaria della sua arcidiocesi a suo fratello, San Satiro, che venne a risiedere con lui a Milano. Per padroneggiare la teologia, ha studiato le Sacre Scritture e i Padri della Chiesa e ha conferito con i cristiani dotti sulle regole della disciplina ecclesiastica. Era molto attivo e si prendeva così tanta cura dell’istruzione dei catecumeni che nessuno poteva superarlo in quel compito.

Il suo zelo nel rimproverare e portare in penitenza il grande imperatore Teodosio, che in un momento di irritazione aveva crudelmente punito una sedizione degli abitanti di Tessalonica, è un fatto ben noto della storia. Il Santo lo incontrò sulla porta della cattedrale per impedirgli di entrare, e gli disse che se aveva imitato Davide nel suo crimine, ora doveva imitarlo nella sua penitenza. In seguito il castigato e umile imperatore disse che nella sua vita aveva conosciuto un solo vero vescovo: Ambrogio.

Sant’Ambrogio fu amico e consolatore di Santa Monica in tutti i suoi dolori, e nel 387 ebbe la gioia di ammettere alla Chiesa Sant’Agostino, suo figlio. Morì nel 397, pieno di anni e di onori, ed è venerato dalla Chiesa di Dio come uno dei suoi più grandi Dottori.

Riflessione: Da dove sono venuti a sant’Ambrogio la sua grandezza d’animo, la sua lucidità di intuito, la sua intrepidezza nel mantenere la fede e la disciplina della Chiesa? Da dove viene, se non dal suo disprezzo del mondo e dal suo solo timore di Dio?

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