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San Severo Santo del giorno per il 6 novembre

Il Santo del Giorno si propone di essere una rassegna quotidiana sulla storia dei Santi, contenuti all’interno del Calendario Vaticano e custoditi nella memoria della Chiesa.

Narrazioni di maestri di vita cristiana di tutti i periodi storici che, come fari luminosi, illuminano e orientano il nostro cammino.

Vite da emulare, da capire e da fare proprie, per cercare di raggiungere quegli obiettivi cristiani con cui il catechismo ci ha indottrinato.

Si è portati, leggendo, a riflettere su quei comportamenti che comunemente, nella vita di tutti i giorni, abbiamo e a cui non facciamo caso, ma che altri vedono anche a nostra insaputa.

Tramite alcuni software di numerologia, per ciascuno dei Santi di  cui giornalmente è raccontata la vita, sono calcolati dei numeri da utilizzare come meglio riterrete opportuno.

 

San Severo Santo del giorno per il 6 novembre

Forse è stato attraverso queste terre che si è realizzato il desiderio scritto di san Paolo di venire ad evangelizzare la Spagna. Il fatto è che sin dai primi tempi cristiani esisteva una bella comunità di fedeli di Gesù Cristo nella provincia romana di Tarragona. Si tratta di un collettivo abbondante e curato che ha già martiri, sin dalla persecuzione di Valeriano, come San Fructuoso.

San Severo si trova nello specifico a Barcellona.

Non abbiamo dati sulla sua nascita e infanzia. Non sono note anche testimonianze storiche della sua azione pastorale, della sua morte e della sua sepoltura. Qualche storico è arrivato a negare, per questi motivi, anche l’esistenza di San Severo.

Sono noti i verbali del suo martirio redatti in un secondo momento e con aggiunte ed interpolazioni, comuni in questo tipo di racconti della metà del VI secolo. È comune trovare mescolanze di elementi che potrebbero essere adeguate alla veridicità dei fatti con altri elementi apocrifi originati dall’affetto, dal rispetto e dalla simpatia con cui i credenti adornano di immagini che, provenienti dalla fantasia, da un lato convincenti e dall’altro parte esemplare, riportare al momento presente la personalità della modella di cui si parla. Inclusi in questo tipo di storia sono le medicazioni che cercano di evidenziare la Provvidenza di Dio compiaciuta nell’atteggiamento determinato fino alla morte del martire o santo.

Ci atteniamo al relatore.

Il momento dell’evento si colloca durante la persecuzione di Diocleziano, fomentata da Cesare Galerio, che intende, epurare l’esercito, eliminare il nome cristiano dall’impero. Il presidente Daciano, che concentra la sua attenzione su chi fa vergognare la gente, ha preso molto sul serio l’ordine di sterminio.

San Severo fu vescovo di Barcellona intorno all’anno 300. È conosciuto come un pastore devoto al suo gregge, esemplare e completo, che si è distinto per lo zelo e la fedeltà alla fede. Sa che gli ordini di Daciano sono bruschi quando si tratta di far rispettare gli editti dell’imperatore. Pensa dapprima a nascondersi per continuare ad aiutare i fedeli dal sottosuolo e si reca a Castro Octaviano, dall’altra parte della montagna. Durante il viaggio incontra Emeterio, che semina la sua terra e che riconosce come cristiano. Il vescovo lo incoraggia a perseverare nella fede anche nell’attuale persecuzione, incaricandolo di dire la verità ai suoi persecutori, qualora si presentassero.

Quando la “candida narrazione” si separa, Dio interviene facendo crescere e fiorire i fagioli del campo appena seminato. Quando i soldati si avvicineranno all’Emeterio chiedendo informazioni, dirà loro: “È passato di qui” e, alla domanda sul tempo, risponderà con enfasi: “quando ha piantato questi fagioli”. Il buon cristiano non ha voluto offendere Dio con una menzogna, ha obbedito al suo vescovo e, allo stesso tempo, ha messo le risorse umane per salvare la vita del fuggitivo. Ma niente di tutto questo impedisce ai soldati arrabbiati di sentirsi derisi, arrestati e portati davanti al tribunale del presidente.

Mons. Severo, accompagnato da altri sacerdoti, ha deciso di presentarsi volontariamente ai romani.

Dove oggi è San Cugat vengono decapitati i sacerdoti accompagnatori del vescovo ed Emeterio; la resa del vescovo Severo è attesa in vista di tanta atrocità. Di fronte alla sua persistente resistenza alla tortura e alle frustate con fruste di piombo, un boia le mette un chiodo in testa e un altro boia la trafigge con una mazza.

I barcellonesi fanno bene oggi a onorare la memoria di questo santo vescovo nella famosa e barocca Chiesa di San Severo, vicino alla cattedrale. Prima di loro, il re Ferdinando il Cattolico gli era già devoto e, anche prima, il re Martino d’Aragona era guarito dalla cancrena in una gamba prossima all’amputazione.

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