San Giuseppe, marito di Maria

Santo del giorno per il 19 marzo

(+30)

La storia di San Giuseppe

San Giuseppe era per nascita della famiglia reale di Davide, ma viveva in umile oscurità come falegname, finché Dio lo elevò al più alto ufficio mai accordato a un uomo mortale, scegliendolo come sposo della Vergine Madre, il verginale padre e guardiano del Verbo incarnato.

Giuseppe, dice la Sacra Scrittura, era un uomo giusto. Era innocente e puro, come divenne il marito di Maria; era gentile e tenero, come uno degno di essere nominato padre di Gesù; era prudente e amante del silenzio, come divenne il padrone della casa santa; soprattutto, era fedele e obbediente alle chiamate divine.

La sua conversazione era con gli angeli piuttosto che con gli uomini. Quando apprese che Maria portava nel suo grembo il Signore del cielo, temeva di prenderla come sua moglie; ma un Angelo gli ordinò di mettere da parte la sua paura, e tutti i dubbi svanirono.

Quando Erode cercò la vita del Bambino divino, un angelo disse a Giuseppe in sogno di volare con il Bambino e sua madre in Egitto. Giuseppe subito si alzò e obbedì.

Questo volo improvviso e inaspettato deve aver esposto sia lui che la sua piccola Famiglia a molti inconvenienti e sofferenze; il viaggio con un neonato e una tenera vergine era lungo e la maggior parte della strada conduceva attraverso i deserti e tra gli estranei.

Eppure San Giuseppe non si scusa, né domanda a che ora devono tornare.

San Crisostomo osserva che Dio tratta in questo modo tutti i suoi servitori, inviando loro frequenti prove per liberare i loro cuori dalla ruggine dell’amor proprio, ma mescolandosi con afflizioni, stagioni di consolazione.

È opinione dei Padri che quando la Santa Famiglia entrò in Egitto, alla presenza di Gesù Bambino, tutti gli oracoli di quel paese superstizioso rimasero ammutoliti, e le statue dei loro dei tremarono e in molti luoghi caddero a terra.

I Padri attribuiscono anche a questa santa visita la benedizione spirituale versata su quel paese, che lo ha reso fruttuoso per molte età in santi.

Dopo la morte del re Erode, di cui san Giuseppe fu informato in un’altra visione, Dio ordinò che tornasse con il Bambino e sua madre nella terra di Israele, che il nostro Santo realizzò prontamente.

Ma quando arrivò in Giudea, sentendo che Archelao era succeduto a Erode in quella parte del paese, e apprensivo che il figlio potesse essere infetto dai vizi di suo padre, temeva di stabilirsi lì, come avrebbe probabilmente fatto, per l’educazione del bambino.

Quindi, diretto da Dio attraverso un’altra visita angelica, si ritirò nei domini di Erode Antipa in Galilea e nella sua precedente dimora a Nazareth.

San Giuseppe, osservatore severo della legge mosaica, ha viaggiato ogni anno al tempo della Pasqua ebraica a Gerusalemme.

Il nostro Salvatore, nel dodicesimo anno della sua età, accompagnò i suoi genitori. Avendo partecipato alle solite cerimonie della festa, i genitori stavano tornando con molti dei loro vicini e conoscenti verso la Galilea, e non dubitavano mai che Gesù fosse con qualcuno della compagnia.

Hanno viaggiato per un intero giorno di viaggio prima di scoprire che non era con loro. Ma quando venne la notte e non poterono trovare traccia di Lui tra i loro familiari e conoscenti, essi, nella più profonda afflizione, ritornarono con la massima fretta a Gerusalemme. Siamo lasciati a immaginare le loro lacrime e i loro sforzi per trovarlo.

Dopo una ricerca ansiosa di tre giorni, Lo scoprirono nel Tempio, discorrendo con i dottori della legge, e ponendo loro domande del genere suscitava l’ammirazione di tutti coloro che lo ascoltavano.

Sua madre gli disse con quale dolore e serietà lo avessero cercato e chiesero, figliolo, perché ci hai trattato in questo modo? Ecco, tuo Padre ed io ti abbiamo cercato in grande afflizione mentale.

Il giovane Salvatore rispose: come mai mi cercasti? Non sapevi che dovevo occuparmi degli affari di mio padre? In questo modo Gesù incoraggia tutti i giovani che sono chiamati a servire Dio a perseverare in questa alta vocazione, a qualunque costo.

Ma ci viene detto che, sebbene fosse rimasto nel Tempio sconosciuto ai Suoi genitori, in tutte le altre cose gli fu obbediente, ritornando con loro a Nazareth e vivendo lì in ogni doverosa sottomissione a loro.

Sua madre gli disse con quale dolore e serietà lo avessero cercato e chiesero, figliolo, perché ci hai trattato in questo modo? Ecco, tuo Padre ed io ti abbiamo cercato in grande afflizione mentale.

Il giovane Salvatore rispose: come mai mi cercasti? Non sapevi che dovevo occuparmi degli affari di mio padre? In questo modo Gesù incoraggia tutti i giovani che sono chiamati a servire Dio a perseverare in questa alta vocazione, a qualunque costo.

Ma ci viene detto che, sebbene fosse rimasto nel Tempio sconosciuto ai Suoi genitori, in tutte le altre cose gli fu obbediente, ritornando con loro a Nazareth e vivendo lì in ogni doverosa sottomissione a loro.

Poiché non viene fatto alcun riferimento a San Giuseppe, egli deve essere morto prima della festa di matrimonio di Cana e l’inizio del ministero del nostro Salvatore divino.

Non possiamo dubitare che abbia avuto la felicità della presenza di Gesù e Maria alla sua morte, pregando al suo fianco, assistendolo e confortandolo nei suoi ultimi momenti; perciò è invocato per la grande grazia di una morte felice e per la presenza spirituale di Gesù in quell’ora.

Riflessione . Le parole del faraone a coloro che si sono rivolti a lui per ottenere aiuto, vanno da Giuseppe per il secondo grande Giuseppe della storia sacra. Santa Teresa d’Avila disse che non aveva mai fatto ricorso a lui invano. San Giuseppe, vicario del Padre Eterno sulla terra, protettore di Gesù nella sua casa a Nazareth e amante affettuoso di tutti i bambini per amore del Santo Bambino, dovrebbe essere il prescelto guardiano e modello di ogni vera famiglia cristiana.