San Giovanni Gualberto
Santo del giorno per il 12 luglio
San Giovanni Gualberto nacque a Firenze nell’anno 999. Fu allevato con cura nella pietà e nello studio delle discipline umanistiche, ma non appena entrò nella vita adulta, acquisì un gusto per i piaceri. Dio, desiderando salvarlo e santificarlo, ha trovato un modo per aprire gli occhi.
Stava seguendo la professione delle armi in quel periodo travagliato, quando il Venerdì Santo, mentre cavalcava a Firenze accompagnato da uomini armati, incontrò l’assassino di suo fratello in un posto dove nessuno dei due poteva evitare l’altro.
Giovanni lo avrebbe ucciso, secondo la consueta vendetta di quei tempi; ma il suo avversario, che era totalmente impreparato a combattere, cadde in ginocchio con le braccia tese a forma di croce e lo implorò, per amore della santa Passione di Nostro Signore, di risparmiargli la vita. San Giovanni disse al suo nemico, Non posso rifiutare ciò che chiedi in nome di Cristo. Ti concedo non solo la tua vita, ma la mia amicizia. Prega che Dio possa perdonarmi il mio peccato! Si abbracciarono e si separarono; la grazia aveva trionfato.
Un uomo umile e cambiato, andò in una vicina chiesa abbaziale, e mentre pregava con fervore per il perdono, la figura del nostro Signore crocifisso, davanti alla quale era inginocchiato, chinò la testa verso di lui, come per confermare il Suo perdono e manifestare La sua gratitudine per il generoso perdono concesso a John stesso. Quindi, abbandonando il mondo, San Giovanni si dedicò alla preghiera e alla penitenza nell’Ordine dei Benedettini. La sua virtù e austerità erano così grandi che quando il suo abate morì, fu scelto all’unanimità per sostituirlo; ma non poteva essere prevalso per accettare quell’onore. Si ritirò a Vallombrosa, che divenne la culla di un nuovo Ordine che seguì la Regola di San Benedetto in tutta la sua austerità. Era da questa valle ombrosa, a pochi chilometri da Firenze, che l’Ordine si diffondeva sull’Italia.
Una volta durante un periodo di carestia, andò nel magazzino quasi vuoto, e alla sua preghiera le disposizioni si moltiplicarono al punto da poter distribuire grano a tutte le sue case ea tutti i poveri che si presentavano. In un’occasione in cui trovò uno dei monasteri troppo ricco, pregò un torrente che lo attraversava per affrontare la violenza di un torrente e rovesciare l’edificio. Ciò è stato fatto senza indugio. Un’altra volta, i nemici del Santo vennero al suo convento di San Salvi, lo saccheggiarono e diedero fuoco ad esso e, dopo aver trattato i monaci con ignominia, li picchiarono e li ferirono. San Giovanni ha gioito. Ora, disse, sei un vero monaco. Oh, quanto ti invidio!
San Giovanni Gualberto combatté vigorosamente contro la simonia e in molti modi promosse gli interessi della Fede in Italia. Dopo una vita di grande austerità, morì mentre gli Angeli cantavano vicino al suo letto, il 12 luglio 1073.
Riflessione: l’atto eroico che ha meritato per San Giovanni Gualberto la sua conversione è stato il perdono del suo nemico. Imitiamolo in questa virtù, risolvendo di non vendicarci mai nel pensiero, nella parola o nelle azioni.
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