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ROSENKREUTZ e la Tavola ultima del mese

Il protagonista di questo articolo, Christian Rosenkreuz, esiste a metà tra la pura leggenda e una realtà non tanto verificata.

Rocstruendo quel poco che si sa, ROSENKREUTZ sarebbe esistito tra il ‘300 ed il ‘400, e in quel periodo, si racconta, sia stato proprio lui a fondare il famoso ordine dei Rosacroce.

Ha tanto girato il mondo in lungo ed in largo, e ha fatto su e giù così tanto, da allargare le sue conoscenze esoteriche e storiche.

Tra le sue visite appartengono i luoghi dei principali culti religiosi, dalla Terra Santa, all’India, fino a giungere alla lontana Cina.

Il ritorno in patria

Tornato in Germania, dopo tutti i suoi viaggi, avrebbe qui quindi dato vita all’ordine di stampo ermetico e gnostico, ritenuto, da tanti, una sorta di prosecuzione di quello dei Templari.

La storia dell’ordine dei Rosacroce inizia, però, a diffondersi nel ‘600, con il ritrovamento di manifesti e di piccoli libretti che lodano e glorificano la vita, le opere, e gli insegnamenti del maestro ROSENKREUTZ.

Si trovano segni di quest’ordine anche nei secoli successivi e, comunque, nell’800, con il moltiplicarsi degli ordini segreti (come ad esempio la Massoneria), ci fu una vera e propria competizione nel ritenersi diretti eredi dei miti dei Rosacroce.

A tutt’oggi l’ordine è rappresentato dall’AMORC, che annovera circa 250.000 seguaci in tutto il mondo, ed è un gruppo iniziatico, e filosofico, costituitosi in America agli inizi del ‘900.

Una rosa e una croce

Il simbolo dei Rosacroce rinvia all’unione dello spirito e della materia presente nell’uomo, mentre la croce esprimerebbe la parte più tangibile, invece la rosa esprimerebbe quella mentale e conoscitiva.

Il simbolo, naturalmente, ha forti radici cristiane, dalla croce di Cristo alla Rosa che rappresenterebbe il sangue fluito via dal suo corpo.

Questa, a grandi linee il mito di ROSENKREUTZ, ma alcune leggende dicono che possedesse doti particolari tali da poter interpretare il futuro.

A lui è riconducibile, stando ad alcune indiscrezioni ecclesiastiche, una piccola TAVOLA con la quale qualche iniziato l’avrebbe applicata per vincere al Lotto.

Abbiamo approfondito tali indiscrezioni e dopo lunghe attese siamo, finalmente, riusciti ad avere un colloquio con un personaggio che è introdotto e svolge faccende di natura laica nella Curia Romana.

Utilizzo nel Lotto

Tale personaggio ha assistito come domestico, e badante, durante la sua lunga malattia, un alto prelato e discendente di quell’iniziato che utilizzava la TAVOLA per vincere al Lotto.

Ne è entrato in possesso di una copia, per via della generosità del prelato, e l’ha voluta condividere anche con noi.

La tavola, di per sé, non è altro che una semplice “chiave” numerica-letteraria con la quale ricavare delle previsioni. La tavola resta la stessa per ogni calcolo, mentre cambiano le caratteristiche e le ruote dove applicarla.

È quantomeno doveroso dire che il materiale fotocopiato che ci è stato fornito è soltanto una parte (centinaia di fogli), ma ci è stato promesso che a breve avremo tutto il resto.

Al momento la stiamo testando su una situazione di Bari e, dalle prove sino ad ora effettuate, i risultati ci sono eccome.

Cercheremo, ora, sperando di essere i più chiari possibili, come applicarla in uno dei casi verificati, ed anche giocabile appena verificatosi.

Le tavole

Per prima cosa questa la prima sezione della TAVOLA numerica-letteraria

A	5
B	7
C	1
D	0
E	2
F	6
G	9
H	3
I	8
L	4

Come si vede ad ogni lettera corrisponde una determinata cifra, e ci servirà per trovare le “chiavi” con cui ricavare la previsione.

La tavola usata è sempre la stessa per tutte le specifiche condizioni, mentre le condizioni e i calcoli da effettuare corrispondono a precisi passaggi che non sappiamo neanche noi come sono stati ottenuti.

Fatto è che seguendo alla lettera tutte le operazioni, le previsioni che si ricavano hanno una buona validità.

Questa metodologia, per come ci è stata data, si applica quando in 1° posizione nella ruota di Bari si presenta un numero compreso tra 20 e 29, nell’ultima estrazione del mese.

Questo, in verità ci ha lasciati perplessi, ed abbiamo domandato come mai se è un metodo antico si prende la l’ultima del mese?

Ci è stato risposto che l’applicazione della seconda parte della Tabella numerico-letteraria, varia al variare del numero indice di estrazione che, per la tecnica in questione è la seguente:

Ambate

2° BA + AL

2° BA +FG

Abbinamenti

3° BA + DE

4° BA + IC

4° BA +BF

1° BA + GL

In pratica, per calcolare le due ambate, si deve prima prendere il 5° estratto di Bari dell’estrazione che ha visto estrarre un numero compreso tra 20 e 29 in 1° posizione, all’ultima del mese, quindi calcolare le due chiavi.

La prima chiave si ottiene unendo le cifre della prima tabella che corrispondono a AL, e la seconda chiave unendo le cifre che corrispondono a FG.

A corrisponde alla cifra 5 e L alla cifra 4, che unite danno 54, la prima chiave.

F corrisponde alla cifra 6 ed G alla cifra 9, dal cui abbinamento la seconda chiave, il numero 69.

Allo stesso modo si calcolano gli abbinamenti, seguendo stavolta la seconda tabella e sommando a ciascuno numero corrispondente di quella posizione di Bari, le chiavi rintracciate.

Le chiavi le abbiamo calcolate e sono:

DE = 02

IC = 81

BF = 76

GL = 04

Una volta calcolate tutte le chiavi si gioca la previsione ottenuta per i successivi 9 concorsi, nella ruota di Bari, ricordandosi di applicare il fuori 90 se necessario.

Qualcuno si cimenterà sicuramente nei calcoli, che noi abbiamo comunque già svolto perché come 1° estratto a Bari, nell’ultima estrazione del mese di novembre è stato estratto il numero 26, rispettando così la condizione.