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Passeggiata culturale tra… I NUMERI

Dagli albori della storia, il numero è sempre stato considerato come una entità magica, sovrannaturale. tempo fa abbiamo visto come questa considerazione,  non  fosse  affatto  gratuita,  ma  che  fosse collegata,   specie  negli  antichi  ebrei,  al  concetto  stesso  di religiosità, e che facesse parte integrante della cultura e della vita quotidiana,  non solo degli eruditi,  ma anche del popolo.  In lingua ebraica è stata  composta  la  stragrande  maggioranza  dei  libri dell’Antico Testamento, il Pentateuco (altrimenti detto Torah, legge), i libri profetici,  quelli  storici e quelli poetici.

Chiunque abbia a disposizione una Bibbia, in una qualsiasi edizione, potrà, servendosi appena dell’indice, constatare come questi libri siano disposti,  e quanti siano. Il numero, nella Bibbia, ha una grandissima importanza, un’importanza  che  viene  riconfermata,  nel  Nuovo  Testamento,  con l’avvento del Cristianesimo,  e sul cui significato si è  basata la cultura  di  tutti  i  tempi,  specie  quella  medievale,  cui  faremo riferimento diretto, e cui faceva riferimento anche l’esperienza dei cabalisti. Abbiamo già visto che 1 è il simbolo dell’unità, di ciò che tutto contiene e in cui tutto è contenuto, è logico quindi che il numero  1  venga  associato  a Dio,  al  creatore,  a  tutto  quello  che comporta. Il numero 2, esprime completezza.

Due sono stati gli esseri umani della creazione, da cui poi avrà origine l’intero genere umano, Adamo ed Eva, maschio e femmina, che in ebraico erano  ish (ovverossia “uomo”) e ishsha (ovverossia, “colei che deriva dall’uomo”). Il numero 3, come si può ben intuire, in ambito cristiano è numero perfetto per eccellenza, perché rappresenta la compresenza delle tre persone divine in  una  sola.  Il  3  viene  considerato  anche  il  motore  dell’armonia dell’universo. Anche il numero 4 ha un grande valore, 4 sono i punti cardinali che regolano la nostra visione del mondo e della terra in cui viviamo, 4 i venti principali, e 4 i Vangeli.  Il 5, invece, oltre a definire,  come  già  si  è  detto,  il numero dei  libri  della  legge ebraica,  agli  inizi dell’Era Cristiana forma la base per il  culto mariano  (nelle lingue neolatine,  ad esempio,  5 sono le lettere che formano il nome della Vergine, Maria).

Il mese di maggio (il quinto del nostro calendario),  è  il mese per eccellenza dedicato a questo culto. Il resto dei numeri, come si può intuire (a parte quelli che in matematica vengono detti “numeri primi”), deriva dalla moltiplicazione dei valori che vi ho citato finora (ad esempio, il 6 è il risultato di 2 + 2 + 2, o di 3 + 3), l’8 significa due volte quattro, il nove è il risultato della moltiplicazione del 3 per sé  stesso,  e gli esempi potrebbero essere molteplici. Vale però la pena di spendere due righe supplementari per il  7,  anch’esso considerato numero perfetto,  che presso gli ebrei era il numero delle braccia del candelabro del tempio, il ciclo della creazione si svolge e si conclude il settimo giorno, con l’istituzione del riposo, sette sono, per la Chiesa cattolica Sacramenti, così come i peccati capitali. 11 , come è logico, conclude il ciclo della numerazione, mentre anche il 12 ha un grandissimo valore, perché in ambito veterotestamentario, si riferisce alle 12 tribù d’Israele (Giuda, Ruben, Gad, Aser, Neftali, Manasse, Simeone, Levi, Issacar, Zabulon, Giuseppe, Beniamino), mentre nel Nuovo Testamento, il riferimento è addirittura lapalissiano, 12 sono gli Apostoli della Chiesa Primitiva. Nel libro dell’Apocalisse, i “segnati” saranno 144.000 (cioè 12 * 12000).

Tutti questi significati, presenti come si vede nella religiosità, sono talmente forti e talmente pregnanti, che i massimi capolavori della letteratura di ogni tempo, ne seguono i modelli. Ad esempio l’ Iliade e l’ odissea, i due poemi attribuiti a Omero, sono composti di 24 libri ciascuno (ossia anche qui due volte dodici), mentre in Spagna, Alfonso X.° di Castiglia, detto “il Re saggio”, per il contributo determinante che ha portato alla rinascita culturale della sua nazione, compilava, verso la metà del XII.o secolo, un corpus legislativo enorme, basato sulla cadenza del 7, prima con il libro detto Settenario, poi con le più importanti Siete Partidas.

Lo stesso sovrano, diede ordine di compilare una raccolta di lodi in onore della vergine, pervenuteci col titolo di Cantigas de Santa Naria, in cui le strofe sono ordinate di cinque in cinque. L’opera più grande della nostra letteratura, la Divina Commedia di Dante è scritta in 3 cantiche (Inferno, Purgatorio e Paradiso), e ripete ossessivamente il motivo del tre, sia nei motivi interni (si pensi solo alle tre fiere), sia in quelli formali (ogni cantica contiene 33 canti, tranne l’Inferno che ha un canto di introduzione, e così il numero totale è di 100). Con queste premesse, era più che logico che anche la gente comune, si inventasse nel corso degli anni, una rappresentazione numerica del reale, e che a quella che fu l’antica e complicatissima Cabala, se ne sostituisse una dai motivi più semplici e comuni, e perfino che nascessero, in varie città italiane (a Napoli l’onore di avere il primato, ma anche altre ne hanno di proprie) cabale “autoctone”, che hanno un grandissimo interesse. Molti cabalisti, parlano usando lo stile degli oracoli (nella Smorfia Napoletana si legge spesso: così dice il cabalista” etc.) . Non resta altro, a questo punto, ringraziare chi ha seguito questa passeggiatina culturale.

Indicazioni di gioco dalle estrazioni del lotto di oggi 02/02/2017

Roma e Torino ambata 2

per ambo e terno  2.23.35

 

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