Dagli albori della storia, il numero è sempre stato considerato come una entità magica, sovrannaturale. tempo fa abbiamo visto come questa considerazione, non fosse affatto gratuita, ma che fosse collegata, specie negli antichi ebrei, al concetto stesso di religiosità, e che facesse parte integrante della cultura e della vita quotidiana, non solo degli eruditi, ma anche del popolo. In lingua ebraica è stata composta la stragrande maggioranza dei libri dell’Antico Testamento, il Pentateuco (altrimenti detto Torah, legge), i libri profetici, quelli storici e quelli poetici.
Due sono stati gli esseri umani della creazione, da cui poi avrà origine l’intero genere umano, Adamo ed Eva, maschio e femmina, che in ebraico erano ish (ovverossia “uomo”) e ishsha (ovverossia, “colei che deriva dall’uomo”). Il numero 3, come si può ben intuire, in ambito cristiano è numero perfetto per eccellenza, perché rappresenta la compresenza delle tre persone divine in una sola. Il 3 viene considerato anche il motore dell’armonia dell’universo. Anche il numero 4 ha un grande valore, 4 sono i punti cardinali che regolano la nostra visione del mondo e della terra in cui viviamo, 4 i venti principali, e 4 i Vangeli. Il 5, invece, oltre a definire, come già si è detto, il numero dei libri della legge ebraica, agli inizi dell’Era Cristiana forma la base per il culto mariano (nelle lingue neolatine, ad esempio, 5 sono le lettere che formano il nome della Vergine, Maria).
Tutti questi significati, presenti come si vede nella religiosità, sono talmente forti e talmente pregnanti, che i massimi capolavori della letteratura di ogni tempo, ne seguono i modelli. Ad esempio l’ Iliade e l’ odissea, i due poemi attribuiti a Omero, sono composti di 24 libri ciascuno (ossia anche qui due volte dodici), mentre in Spagna, Alfonso X.° di Castiglia, detto “il Re saggio”, per il contributo determinante che ha portato alla rinascita culturale della sua nazione, compilava, verso la metà del XII.o secolo, un corpus legislativo enorme, basato sulla cadenza del 7, prima con il libro detto Settenario, poi con le più importanti Siete Partidas.
Lo stesso sovrano, diede ordine di compilare una raccolta di lodi in onore della vergine, pervenuteci col titolo di Cantigas de Santa Naria, in cui le strofe sono ordinate di cinque in cinque. L’opera più grande della nostra letteratura, la Divina Commedia di Dante è scritta in 3 cantiche (Inferno, Purgatorio e Paradiso), e ripete ossessivamente il motivo del tre, sia nei motivi interni (si pensi solo alle tre fiere), sia in quelli formali (ogni cantica contiene 33 canti, tranne l’Inferno che ha un canto di introduzione, e così il numero totale è di 100). Con queste premesse, era più che logico che anche la gente comune, si inventasse nel corso degli anni, una rappresentazione numerica del reale, e che a quella che fu l’antica e complicatissima Cabala, se ne sostituisse una dai motivi più semplici e comuni, e perfino che nascessero, in varie città italiane (a Napoli l’onore di avere il primato, ma anche altre ne hanno di proprie) cabale “autoctone”, che hanno un grandissimo interesse. Molti cabalisti, parlano usando lo stile degli oracoli (nella Smorfia Napoletana si legge spesso: così dice il cabalista” etc.) . Non resta altro, a questo punto, ringraziare chi ha seguito questa passeggiatina culturale.
Indicazioni di gioco dalle estrazioni del lotto di oggi 02/02/2017
Roma e Torino ambata 2
per ambo e terno 2.23.35