Dall’ultima estrazione di Bari emerge una combinazione speciale: Ambo Secco Bari dal quaderno segreto
Tradizione e Smorfia: Ambo Secco Bari
Oggi c’era quell’aria frizzante, tipica delle mattine in cui il cielo non sa decidersi se regalare sole o pioggia, un po’ come la sorte quando stiamo lì ad aspettare che l’urna giri. Ma per me c’è una sola certezza quando il tempo è incerto e l’estrazione del Lotto si avvicina: la cucina della Nonna. Appena ho girato la chiave nella toppa della sua porta di legno massiccio, sono stato investito da quel profumo che solo lei sa creare. Un misto di caffè appena salito, scorza di limone e quella nota dolce, quasi impercettibile, di zucchero a velo che aleggia sempre nell’aria, come una benedizione.
La Nonna era lì, seduta sulla sua poltrona di velluto verde, quella un po’ consunta sui braccioli perché, dice lei, “lì ci appoggio i pensieri”. Davanti a sé, sul tavolo coperto dalla tovaglia di fiandra bianca – quella buona, che usa solo per le “cose serie” – c’era il bollettino dell’ultima estrazione e, naturalmente, Lui. Il Quaderno.
«Entra, Gino, entra e chiudi che entra il freddo» mi ha detto senza alzare gli occhi dai numeri, con quel tono che è metà comando militare e metà abbraccio materno. «Ho messo su la moka piccola, quella per noi due. Oggi c’è da ragionare».
Mi sono seduto in silenzio, come si fa in chiesa o davanti a un’opera d’arte. Ho osservato le sue mani, segnate dal tempo e dal lavoro, scorrere sull’estrazione di Bari. I suoi occhi, vivaci dietro le lenti spesse degli occhiali, scrutavano quella sequenza numerica uscita martedì: 42, 21, 01, 52, 49. Sapevo che stava per succedere qualcosa. Quando la Nonna si ferma così a lungo su una singola ruota, significa che i numeri le hanno parlato.
Il Segreto del Quaderno
Dovete sapere, nipotini miei lettori, che il Quaderno della Nonna non è un semplice blocco di carta. È un archivio storico, un grimorio di famiglia, un testimone silenzioso di sogni realizzati e speranze rimandate. Ha la copertina nera, rigida, ormai sbiadita agli angoli, e le pagine hanno quel colore giallo caldo che prendono le cose preziose quando invecchiano bene. Dentro, con la sua calligrafia tremolante ma decisa, stilata con una stilografica che carica ancora a inchiostro, ci sono decenni di appunti.
«Vedi questo?» mi ha detto indicando la pagina aperta, piena di calcoli in colonna e note a margine. «Il Quaderno non mente mai. A volte siamo noi che abbiamo fretta e non capiamo, ma lui la strada la segna sempre».
Oggi, la Nonna ha applicato uno dei suoi metodi più antichi, quello che lei chiama “Il Richiamo del Doppio”. Ha puntato il dito ossuto sul 42 e sul 21 usciti a Bari. «Guarda qui, Gino. Il 42 e il 21. Non sono numeri a caso. Il 21 è esattamente la metà del 42. È come una madre e una figlia, o un padre e un figlio che camminano a braccetto sulla stessa strada. Quando escono così, vicini, nella stessa estrazione, aprono una porta».
Ha sfogliato il quaderno all’indietro, fino a una pagina datata 1984. «È successo anche allora, vedi? Quando i numeri si specchiano l’uno nell’altro, chiamano a gran voce il completamento. La somma, la distanza, il respiro tra i numeri… tutto mi porta a una conclusione sola». La sua voce si è abbassata, diventando quasi un sussurro, come se temesse che la Fortuna, volubile com’è, potesse sentirci e cambiare idea all’ultimo secondo. «La ruota di Bari ha parlato chiaro. Ha dato l’inizio, l’1, ha dato il doppio legame 21-42, e ora chiede il conto».
È affascinante vederla lavorare. Non usa computer, non usa algoritmi moderni. Usa la memoria, l’istinto e quella matematica popolare fatta di somme che devono “tornare” e di figure che devono “quadrare”. Per lei i numeri non sono quantità, sono entità vive con un carattere, una storia e delle preferenze.
La Smorfia della Nonna
Dopo aver chiuso i calcoli matematici, la Nonna si è appoggiata allo schienale e ha sorriso. È il momento della traduzione, quello in cui la fredda aritmetica diventa vita vissuta. È qui che entra in gioco la Smorfia, ma non quella dei libri stampati, bensì la sua, quella tramandata oralmente dalle donne della nostra famiglia.
«Gino, figlio mio, sai cosa mi ricordano questi numeri di Bari?» ha chiesto, intingendo un biscotto secco nel caffè ormai tiepido. «Il 42 è il Caffè, quello che stiamo bevendo, ma è anche la chiacchiera, il pettegolezzo buono che si fa tra vicini. E il 21… il 21 è la Donna, ma in certi sogni è anche il Barbiere. Mi ricorda tuo nonno, pace all’anima sua, che andava a farsi la barba e tornava profumato di talco per portarmi al cinema».
Si è fermata un attimo, con lo sguardo perso nel vuoto, forse a rincorrere quel profumo di talco nel viale dei ricordi. Poi è tornata presente, lucida come un generale.
«Ma l’estrazione ci dice di guardare avanti. Il calcolo che ho fatto mi ha dato due risultati precisi: il 73 e l’81. E sai cosa significano insieme? Ascolta la Nonna».
Ha preso la mia mano tra le sue. «Il 73, nella mia smorfia, è l’Ospedale. Non ti spaventare! Non è malattia. È la cura, è il posto dove si va per guarire, per rimettere a posto le ossa o i pensieri. È la guarigione dalle difficoltà. E l’81? Ah, l’81 sono i Fiori. I fiori grandi, colorati, quelli che si portano in dono per celebrare o per ringraziare».
Ha riso piano. «Vedi l’ironia, Gino? Bari ci ha dato i numeri del passato, e ora ci suggerisce la guarigione e i fiori. È come se ci dicesse: “Avete sofferto, vi siete preoccupati, ma ora arriva il momento di stare bene e di festeggiare”. Il 73 e l’81 sono l’Ambo della Guarigione. Sono numeri che portano sollievo. Il 73 guarisce le tasche e l’81 le profuma di vittoria».
Secondo la sua interpretazione, l’uscita del 52 (la Mamma) e del 49 (la Carne) nella stessa estrazione rafforza questa visione molto “fisica”, molto legata alla salute e al benessere. «L’universo cerca equilibrio, nipotino. Dopo il disordine, cerca l’ordine. E l’ordine oggi ha questi due nomi: Settantatré e Ottantuno».
L’Ambo Secco
Arriviamo al dunque. La Nonna non ama le giocate lunghe, i listoni di numeri che confondono la testa e svuotano il portafoglio. Lei è della vecchia scuola: Pochi, maledetti e subito. O meglio, come dice lei: “Meglio un uovo oggi che la gallina domani, ma se l’uovo è d’oro è pure meglio”.
«Perché proprio questi due?» le ho chiesto, facendo l’avvocato del diavolo per voi lettori. «Perché non aggiungere un 90 per sicurezza?».
La Nonna mi ha guardato storto sopra gli occhiali. «Il 90 è il Re, e il Re non si scomoda per ogni sciocchezza. Qui siamo a Bari, la ruota del Sud, la ruota del mare. Il 73 e l’81 si chiamano per “distanza armonica” rispetto ai numeri usciti. Se fai i conti come ti ho insegnato quando eri alto così» – ha fatto un gesto a mezza gamba – «vedi che il 73 chiude il cerchio del 42 e del 21. E l’81 è la forza che spinge tutto in alto».
La sua teoria è che l’ambo secco sia la giocata dei nobili d’animo. Chi gioca l’ambo secco non cerca l’elemosina dell’ambetto, cerca il colpo da maestro. E il 73-81 su Bari è una combinazione che lei definisce “pulita”. Senza ritardatari ossessivi che fanno dannare, senza frequenti che hanno stancato. Sono numeri freschi, pronti a sbocciare.
«Gino, scrivi bene sul computer per i miei nipotini: Bari è la casa principale. È lì che sono nati questi numeri, è lì che devono tornare per chiudere il giro. Ma siccome la Fortuna a volte è un po’ presbite e sbaglia mira, mettiamo qualcosa anche su Tutte le Ruote. Non si sa mai che decidano di andare a fare una gita a Venezia o a Napoli».
Mi ha poi raccomandato la prudenza, come fa sempre. «Il gioco è un divertimento, è il pepe nella minestra. Se ne metti troppo, la minestra non si mangia più. Un euro qua, un euro là. Se devono uscire, escono anche con poco. Non serve vendersi la casa per comprare un sogno».
E mentre riponeva il Quaderno nella credenza, accarezzandolo come fosse un gatto, ho capito che la previsione era chiusa. Non c’era altro da aggiungere. La sentenza era stata emessa.
Il Consiglio della Nonna
👵 Il Regalo della Nonna
(Dal “Quaderno dei Segreti”, per le prossime estrazioni)
Ruota Secca: BARI
AMBO SECCO: 73 – 81
(Da giocare anche su TUTTE e NAZIONALE per recupero)
“Giocate poco, nipotini miei, che la fortuna è cieca ma la sfortuna ci vede benissimo!”
«Hai scritto tutto, Gino?» mi ha chiesto mentre mi porgeva un altro biscotto, questa volta uno di quelli al burro che tiene nella scatola di latta blu. «Sì Nonna, tutto scritto», ho risposto, sentendomi come quando andavo a scuola e avevo fatto bene i compiti.
«Bene. Allora vai, che si è fatto tardi e tua moglie ti aspetta. E ricordati: se vincono, voglio che mi portino un mazzo di fiori veri, non solo quell’81 sulla schedina!». Ha riso di gusto, una risata che riempie la stanza e scalda più del termosifone.
Sono uscito da casa sua con il sapore dolce del burro in bocca e quel foglietto stretto in tasca. 73 e 81. Bari. Sembra solo una coppia di numeri, ma detta da lei, dopo quel rituale, sembra una promessa.
Un abbraccio a tutti voi, nipotini della Nonna, e che la buona sorte guidi la vostra mano al botteghino. Alla prossima, dal vostro Gino Pinna.
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