Matilde Serao e il gioco del Lotto
Il gioco del Lotto ha avuto un ruolo significativo nella vita e nell’opera di Matilde Serao, in particolare nella sua rappresentazione della Napoli di fine Ottocento.
La scrittrice era affascinata dalla ritualità del gioco e dal suo potere di influenzare le vite delle persone, tanto da dedicargli diversi articoli e racconti.
Il gioco come “acquavite di Napoli”
Nel romanzo “Il paese di Cuccagna” (1890), la Serao definisce il lotto come l’“acquavite di Napoli”. Con questa metafora, paragona il gioco a un potente distillato alcolico che ha il potere di ottundere i sensi e creare dipendenza.
Una rappresentazione cruda e realistica
Nelle sue opere, la Serao offre una rappresentazione cruda e realistica degli effetti negativi del gioco sulla vita delle persone.
Attraverso le storie di personaggi come la protagonista de “Il ventre di Napoli”, Assunta, la scrittrice mostra come la speranza di una vincita facile possa portare alla rovina economica e morale di individui e famiglie.
Il lotto come specchio della società
Oltre a denunciare i danni del gioco, la Serao lo utilizza anche come uno specchio della società napoletana del tempo. Il lotto rappresentava un’illusione di fuga dalla miseria e dalla povertà, un modo per sognare una vita migliore.
La scrittrice coglie l’ambivalenza di questo fenomeno, mostrando come la speranza di una vincita possa alimentare la fantasia popolare, ma allo stesso tempo sfociare in alienazione e sfruttamento.
La smorfia e la cabala
La Serao si sofferma anche sulla smorfia, il sistema di associazione tra numeri e immagini che alimenta la superstizione e la ritualità del gioco.
Nel romanzo “Il paese di Cuccagna”, descrive con ironia e sarcasmo le scene di frenesia collettiva che si verificavano in occasione dell’estrazione dei numeri.
Eredità letteraria
L’opera di Matilde Serao ha contribuito a stigmatizzare il gioco del lotto come piaga sociale, offrendo una rappresentazione letteraria di grande impatto che rimane attuale ancora oggi.
La sua analisi lucida e disincantata ha aperto la strada ad altri autori che hanno affrontato il tema del gioco d’azzardo nella letteratura italiana.
La dipendenza
Nelle sue opere, il Lotto è spesso descritto come una dipendenza sociale, capace di generare speranze illusorie e di alimentare la credulità popolare.
La Serao non manca di sottolineare gli aspetti negativi del gioco, come la sua capacità di impoverire le famiglie e di alimentare la criminalità.
Tuttavia, la scrittrice non demonizza il Lotto in maniera assoluta. Piuttosto, lo vede come un riflesso delle contraddizioni e delle miserie della società napoletana del tempo. Un microcosmo in cui si intrecciano sogni di riscatto sociale e cruda realtà.
La vita in certi quartieri
Un esempio emblematico è il romanzo “Il ventre di Napoli”, in cui la Serao descrive la vita dei bassifondi napoletani.
Il gioco del Lotto è una presenza costante nella vita dei personaggi, che vi si affidano per sfuggire alla miseria e per alimentare i loro sogni di una vita migliore.
La Serao era consapevole del potere del Lotto come strumento di evasione dalla realtà, ma al tempo stesso era critica verso la sua dipendenza.
Nelle sue opere, invita il lettore a riflettere sulle cause e sulle conseguenze del gioco, senza per questo cadere in facili moralismi.
Una realtà sociale
L’analisi della Serao del gioco del Lotto rimane attuale ancora oggi. Il gioco d’azzardo, in tutte le sue forme, continua ad essere una realtà sociale con implicazioni profonde.
Le opere della scrittrice napoletana ci offrono uno spunto di riflessione importante su questo tema, invitandoci a guardare oltre la superficie e ad analizzare le radici profonde del fenomeno.
Oltre al suo valore letterario, l’opera di Matilde Serao ci offre una preziosa testimonianza storica di un fenomeno sociale complesso e controverso. Un fenomeno che, ancora oggi, merita di essere analizzato e compreso in tutta la sua complessità.
Napoli 1.12.36.74
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