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Leggende sconosciute sulla Candelora e i suoi numeri

Leggende sconosciute sulla Candelora e i suoi numeri

Leggenda numero 1

C’è una leggenda sulla Candelora secondo la quale il sole avrebbe fatto una danza di ringraziamento per aver sconfitto l’inverno.

La storia narra che gli uomini e le donne del tempo avrebbero trascorso un intero anno pregando affinché il sole potesse riportare la luce nell’emisfero nord, offrendo in dono splendide candele fatte a mano per illuminare il percorso.

L’offerta fu accolta dal potente Apollo, Dio del sole, che decise di rivelarsi alla popolazione durante la notte della Candelora.

I contadini, vedendo il sole danzare nel cielo, colti dal panico, questi cercarono riparo nelle loro case, ma alla fine uscirono e cominciarono a danzare con lui.

La leggenda vuole che Apollo abbia trasformato il carico di molte donne incinte in grano, mentre ai giovani che avevano sempre corso ai suoi servigi negli anni precedenti, concesse l’eterna giovinezza.

Leggenda numero 2

Un’altra leggenda riguarda la figura di San Biagio, il cui culto venne ridefinito come patrono dei malati di mal di gola.

Eglo era il vescovo della città di Sebaste e fu imprigionato durante le persecuzioni dell’imperatore romano Licinio.

Durante la sua prigionia, un colombo si posò vicino alla sua cella e iniziò a cinguettare.

Il giovane medico dei prigionieri di Sebaste riuscì a estrarre una scheggia dalla gola di un bambino che rischiava di soffocare e guarì l’uomo da una grave emorragia.

La tradizione vuole che, in questo giorno, si benedica il pane che viene distribuito ai fedeli come simbolo di ringraziamento.

Ci sono alcuni proverbi che riguardano la Candelora e, in particolar modo, l’inizio della primavera.

Uno di questi dice: “Per la Candelora c’è sempre un aumento di luce, l’inverno è ancora lungo ma inizia a finire”. Un altro proverbio dice: “La presenza della luce è il segno che l’inverno sta per finire”.

Leggenda numero 3

C’era una volta, in un paesino nella regione dell’Abruzzo, una leggenda che riguardava il giorno della Candelora. I paesani credevano che in quella notte speciale, due santi si incontrassero per benedire il paese e proteggerlo dalle avversità.

Il primo santo era San Biagio, il patrono del paese, che era molto amato e rispettato dai suoi abitanti. Si diceva che fosse sempre presente in quelle terre, e che proteggesse i pastori durante le loro traversie lungo i pascoli.

L’altro santo, invece, era San Donato, un santo errante che vagava per il mondo alla ricerca di anime da salvare. Sapeva parlare molte lingue e il suo volto emanava una pace che trasformava chiunque lo incontrasse.

La leggenda raccontava che il giorno della Candelora, San Biagio usciva dalla sua chiesa e metteva il suo bastone nel terreno, indicando così il punto in cui voleva incontrare San Donato.

Quest’ultimo vi si recava puntualmente, e insieme camminavano per il paese, benedicendo tutti i presenti e proteggendoli dalle malattie e dalle avversità.

I paesani sostenevano che durante quella notte magica, si potesse udire il loro canto, una melodia armonica e dolce, che si diffondeva nell’aria e riempiva i cuori di pace e serenità.

Era un canto che scacciava ogni timore o preoccupazione ed era così potente che anche gli animali si calavano a guardare.

Inoltre, per indicare il loro passaggio, i due santi lasciavano dietro di sé un profumo di incenso, che si diffondeva nell’aria, creando un’atmosfera sacra e mistica.

Dalle leggende si ricavavano anche alcune massime che i paesani utilizzavano nella loro vita quotidiana, ad esempio “In ogni cammino che intraprenderai, poniti sempre la meta di raggiungere ciò che cerchi”, oppure “Hai paura dei lupi? Rimanendo uniti, riusciremo a sconfiggerli”.

Leggenda numero 4

C’è anche una leggenda, sempre riguardante il giorno della Candelora, che si svolgeva in un altro paesino della Campania, e raccontava la storia di un uomo povero, ma pio, che riuscì a vincere il cuore della figlia del ricco signore del posto, attraverso un gesto straordinario.

La ragazza, infatti, aveva messo in palio la sua vita, chiedendo a chi fosse disposto a sposarla di trovare una candela in grado di illuminare l’intera chiesa.

Nessuno finora era riuscito a compiere l’impresa e molti pretendenti avevano lasciato la loro vita tentando di accontentare il desiderio della giovane.

L’uomo povero, che non aveva alcun bene al mondo, seppe trovare la forza dentro di sé, e con grande devozione e fede, pregò San Biagio affinché lo aiutasse a risolvere il problema.

Nella notte della Candelora, l’uomo andò in chiesa, si inginocchiò davanti all’altare e pregò a lungo.

Improvvisamente, una luce intensa illuminò l’intera chiesa, e l’uomo si accorse che la candela che aveva portato con sé, ma non era la sua, era quella del sacerdote, e aveva preso fuoco da sola, senza bisogno di accendere la fiamma.

La giovane, sbalordita dalla bellezza del gesto e dal miracolo che San Biagio aveva compiuto, si innamorò profondamente dell’uomo povero, e insieme vivevano felici e sereni, per tutta la loro vita.

Da questa leggenda si ricava il proverbio “La vera bellezza risplende dall’interno, come la luce di una candela che illumina una chiesa”.

Per quanto riguarda i numeri da giocare per la candelora, ti suggerisco 7.18.33. Buona fortuna!

Leggende sconosciute sulla Candelora e i suoi numeri

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