La Tavola del Cappuccino (1° parte)
Ripubblichiamo la nostra trattazione della Tavola del Cappuccino, così come iniziò nel 2006.
Trattazione della tavola di Padre Emidio a cura di Gino Pinna (1°parte)
Si narra che questa famosa tavola sia stata ideata da un frate, un certo Padre Emidio di Cori.
Io non ne conosco la vera storia, ma soltanto quello che ne ho sentito in giro.
Si dice che padre Emidio appartenesse all’ordine dei cappuccini ed il suo convento era quello di Roma, in via Veneto.
Chiunque sia stato a Roma e lo ha visitato, ricorderà di certo la particolarità che contraddistingue questo convento, infatti, all’interno di esso vi sono delle cripte particolari… dove tutte le suppellettili, dai lampadari ai mosaici, sono state realizzate con le ossa di circa 4000 frati… tutte esposte a formare dei macabri disegni stile Luigi XVI.
Si racconta anche che il famoso marchese De Sade sia stato talmente colpito da questo ossario che addirittura lo descrisse con le seguenti parole:
“In piccoli locali posti di fila l’uno a fianco dell’altro, (l’autore) ha formato nicchie, volte, ornamenti da soffitto su disegni regolari e gradevoli, lampade, croci ecc., il tutto eseguito con ossa e teschi.
In ogni nicchia e sotto ogni arco v’è uno scheletro ben conservato, atteggiato in pose diverse, quale coricato, quale in atto di predicare o di pregare. Tutti questi scheletri sono vestiti dell’abito dei cappuccini. In ognuna di queste piccole camere sono distribuite, come aiuolo d’un orto, le diverse sepolture di questi buoni religiosi...”
Esiste anche un altro curioso aneddoto legato a questa famosa chiesa e, guarda caso, è un aneddoto che ha il gioco del lotto come riferimento…
Nel convento adiacente alla chiesa, nell’800, viveva un frate di nome Pacifico e da tutti i romani era conosciuto con l’appellativo di “er mago”. Costui era solito elargire dei numeri per il gioco del lotto che, poi, immancabilmente uscivano.
Si dice che lo stato pontificio, allora detentore del gioco del lotto in Roma, per evitare il tracollo finanziario, fu costretto ad allontanare il frate dal suo convento, dietro intervento stesso dell’allora Papa Gregorio XVI.
Proprietà letteraria dell’autore, riproduzioni, anche parziali del testo, sono vietate se non autorizzate espressamente.
Frate Pacifico, però, per vendicare l’affronto subito, a tutta la gente venuta in massa per salutarlo alla sua partenza, ebbe cura di recitare i seguenti versi:
“Roma se santa sei
perché crudel se’ tanta?
Se dici che se’ santa
Allora bugiarda sei”
La leggenda dice che tutti quelli che sepperò interpretare quei versi, è giocarono i numeri 66.70.16.60.6 sbancarono veramente il lotto.
Questa è la storia che io conosco legata al convento. Qualche mese fa, se avete letto nel forum di Lottoced, mi imbattei per la prima volta nella tavola del cappuccino e gli diedi un’occhiata, ma non riuscii ad afferrare il senso logico della tavola perché la ritenevo una semplice accozzaglia di numeri messi lì per chissà quale recondito scopo.
Ultimamente, quando Predictor aprì un nuovo topic sulla tavola, scoprii che la tavola era stata ideata da un frate cappuccino (questo già sapevo), ma che questo frate era del convento di via Veneto questo non sapevo.
Per non tediarvi ripetendo quello che avrete di certo letto dai miei interventi nel forum, dirò solo che saputo a quale convento apparteneva fra’ Emidio, ripresi ad esaminare la tavola ed immediatamente cercai di scoprirne la chiave.
Ora, sebbene io mi sia ripromesso di non divulgarla, mi sento in dovere di aiutarvi affinché anche voi possiate giungere dove io sono giunto… in questo modo manterrò fede alla mia promessa e nello stesso tempo voi, col vostro intuito, di certo vi impadronirete della chiave.
A questo punto vi starete chiedendo: “ma perché non inizi a parlarci della tavola???”
Bene, inizierò la trattazione vera e propria al prossimo mio intervento.
Per ora grazie di avermi letto, a presto.