Il Santo del Giorno si propone di essere una rassegna quotidiana sulla storia dei Santi, contenuti all’interno del Calendario Vaticano e custoditi nella memoria della Chiesa.
Narrazioni di maestri di vita cristiana di tutti i periodi storici che, come fari luminosi, illuminano e orientano il nostro cammino.
Il Santo del giorno
4 Dicembre
Nome: BARBARA
S.ta BARBARA
Martire (III sec.)
Santa Barbara è stata una delle figure femminili più popolari del Medioevo. La sua storia è stata raccontata infinite volte sempre con particolari nuovi e diversi, perché nessuna notizia sicura poteva contraddire qualsivoglia leggenda.
L’episodio conclusivo della sua leggendaria passione è ambientato a Nicomedia, in Bitinia nel III secolo cristiano. Barbara, fanciulla cristiana, sarebbe stata infatti accusata, torturata e finalmente uccisa di spada dal proprio padre, ostinatissimo pagano.
Tale misfatto non poteva restare impunito e perciò non appena la testa recisa di Barbara cadde in terra, un fulmine scoccò dal cielo a incenerire il padre snaturato.
Anche nei secoli cristiani, la folgore veniva considerata il simbolo della morte improvvisa, cioè della “mala morte”, che non lasciava al peccatore il tempo di pentirsi né la possibilità di prepararsi al trapasso.
Per questo Santa Barbara venne invocata a proteggere non soltanto dal fulmine, ma soprattutto dalla “mala morte”. Con l’invenzione della polvere da sparo e delle armi da fuoco, sembrò che anche l’uomo fosse in grado di scagliare folgori, altrettanto improvvise e altrettanto mortali.
La devozione per Santa Barbara si diffuse così tra coloro che maneggiavano il fulmine creato dall’uomo: artificieri, cannonieri, pirotecnici, artiglieri, e finalmente fochisti e vigili del fuoco.
Con il nome di “Santabarbara” vennero indicati, come si sa, i depositi di munizioni nelle fortezze o sulle navi: luoghi, così come le polveriere, posti sotto l’immediata protezione di questa Santa veramente carica di responsabilità, che rimane protettrice degli artificieri anche se figura leggendaria.
4 Dicembre
Nome: ADA
S.ta ADA Abbadessa (VII sec.)
Ci sono Sante di nome Adele, Adelaide, Adelina, Adeltrude, Adelsinda, Adula, Adalgisa, ma una soltanto ha il nome di Ada. Ma da più di mille anni il suo nome appare anche nella forma diminutiva di Ada negli antichi documenti, è giusto che anche noi lo ripetiamo e lo festeggiamo.
Si potrebbero aggiungere i nomi maschili di Adalberto, Adalrico, Adalfredo… La ragione è un’antica parola germanica, Adal o Adel che ebbe il significato di “nobiltà”. I nomi formati con questo prefisso, avevano dunque valore di “nobile discendenza”.
Molti ricorderanno però che il nome di Ada appare già nel primo libro della Bibbia, al quarto capitolo della Genesi. Lamec, figlio di Matusalemme, prese due mogli “una di nome Ada, e l’altra di nome Sella”.
Ada in ebraico significa “bellezza”. Ada procreò a Lamec due figli: Jabel, padre di quelli che abitano sotto le tende e dei pastori, e Jubal, che fu padre dei musici. Lamec, poi, cantò davanti alle due mogli Ada e Sella il suo canto di minacciosa vendetta: “Ho ucciso un uomo per una mia ferita – ed un giovane per una mia lividura. – Di Caino sarà fatta sette volte vendetta – ma di Lamec, settanta volte sette!”.
Più tardi, sempre nella Bibbia, Ada è la prima delle tre mogli di Esaù, il figlio di Isacco, al quale il fratello Giacobbe tolse la primogenitura. Tra tanti grandi personaggi, in questa voragine di secoli la nostra Santa Ada parrebbe smarrirsi e confondersi, se non fosse legata al Paradiso col filo tenace della santità.
Ella fu un’Abbadessa di Mans, in Francia, vissuta sul finire del VII secolo. Poco conosciuta, anche se sicuramente benefica, dato che il suo nome è stato fissato dagli storici sacri, e il suo culto è attestato fin dalla più remota antichità.
L’autore delle Gesta di Sant’Aldrico, un Vescovo che riportò in onore il culto di molti santi di Mans, dice di lei: “Ada, su richiesta del Vescovo Innocente, venne dal monastero di Santa Maria a Soisson, nella città di Mans, e qui insegnò la Regola di San Benedetto”.
Di questa ammirata propagatrice della regola benedettina nei monasteri francesi, non ci sono rimaste più neanche le reliquie. Conservate nella cattedrale di Mans, furono bruciate e disperse dai Calvinisti, nel Cinquecento.
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