Il Santo del Giorno si propone di essere una rassegna quotidiana sulla storia dei Santi, contenuti all’interno del Calendario Vaticano e custoditi nella memoria della Chiesa.
Narrazioni di maestri di vita cristiana di tutti i periodi storici che, come fari luminosi, illuminano e orientano il nostro cammino.
Il Santo del giorno
24 Settembre
Nome: FRANCESCO
S. FRANCESCO MARIA da CAMPOROSSO
Cappuccino (1804-1866)
Alle spalle di Ventimiglia presso il confine con la Francia, si trova un paese detto Camporosso. Qui, nel 1804, nacque Giovanni, il figlio di una coppia di umilissimi agricoltori che esercitò fin da ragazzo il silenzioso mestiere di pastore, guidando il gregge sulle pendici delle Alpi Marittime.
In questa atmosfera arcadica, cara alla letteratura di tutti i tempi, il ragazzo di Camporosso crebbe naturalmente virtuoso e tenacemente devoto. Non era facile, per un pastorello sempre impegnato a seguire il gregge, assistere alla Messa tutte le mattine: ma il ragazzo riusciva a farlo, a costo di molto sacrificio e a furia di faticose camminate.
u dapprima tra i Minori Francescani Conventuali; poi terziario cappuccino, entrando finalmente nel noviziato dei Cappuccini a San Barnaba, in Genova, con il nome di Francesco Maria. Pronunziati i voti religiosi quando aveva ventisei anni, Francesco Maria non dimenticò il suo antico mestiere di pastore.
Solo che, da allora, il gregge da lui guidato fu quello dei più diseredati popolani di Genova, e i pascoli furono le strade, i “carughi” della città vecchia e del porto. Qui, il cappuccino di Camporosso divenne il “padre santo”, come era comunemente chiamato dai suoi insoliti e spesso poco raccomandabili “parrocchiani”, abitatori dei bassifondi e frequentatori degli ambienti più equivoci.
Sereno dappertutto, in chiesa come nelle bettole fumose e vinose, sempre ugualmente affettuoso, con i confratelli e con i ragazzi, con gli scaricatori e con i pregiudicati, il “padre santo”, nei suoi incessanti giri per la città, si sforzava di assolvere un duplice compito: uno era quello della quotidiana questua; l’altro, assai più importante e delicato, era quello di cercare di avvicinare a Dio, magari impercettibilmente, le anime di quanti incontrava sul suo cammino.
Poco importa che gli incontri fossero, non di rado, violenti scontri, con persone pronte all’ira e alla collera, alle ingiurie e magari alle percosse. La fine di Francesco Maria: nel 1866, durante un’epidemia, si offrì in sacrificio per l’incolumità degli altri. E l’umile cappuccino ebbe una tomba di marmo, a Staglieno, il cimitero monumentale di Genova!
24 Settembre
Nome: PACIFICO
S. PACIFICO
Frate (1653-1721)
“Beati i pacifici, perché saranno chiamati figli di Dio”. Dopo duemila anni, l’insegnamento di Gesù è ancora attuale. Era nato a San Severino, nelle Marche, nel 1653, ed era restato orfano giovanissimo. Allevato nella canonica di uno zio prete, ebbe più o meno le mansioni di un servitore, a scapito della sua istruzione intellettuale e della sua formazione spirituale.
Quando, a diciassette anni, il paziente servitore dello zio prete si presentò al convento francescano di Forano, presso Osimo, era quasi digiuno di ogni studio. Ma dopo otto anni di noviziato, fu in grado di portare a termine il corso di teologia e di pronunziare i voti solenni.
Non fu, benché pacifico, un frate pacioso e sempliciotto, ma un sacerdote considerato tra i più promettenti della provincia marchigiana.
Ebbe infatti l’incarico di insegnare filosofia, poi quello di predicare, per mettere al maggior profitto, le sue doti umane e soprannaturali, il suo zelo veramente ardente e il suo ascendente spirituale. Per dieci anni, Fra Pacifico percorse e ripercorse le strade delle verdi marche; passò e ripassò per città e paesi; predicò nelle chiese, sulle piazze, presso i santuari, infaticabile banditore della verità.
La sua parola scosse i fedeli; il suo zelo commosse i tiepidi; la sua umiltà mortificò i superbi. Si ricordò a lungo, nelle Marche, la predicazione elevata e persuasiva del frate francescano, anche quando le fatiche della sua vita di predicatore volante costrinsero il frate a ritirarsi immobile nel convento di Forano, con le gambe inferme.
Non aveva che trentacinque anni, e visse fino ai sessantotto, sempre più malato e sempre più severo verso se stesso, afflitto dall’incomprensione, addirittura colpito dalla calunnia. Davanti alle ingiuste accuse, Fra Pacifico non si offese né si difese. Conservò in silenzio quella pace dell’anima faticosamente conquistata con una vita di fatiche e di sofferenze, finché non si spense, silenzioso, nel 1721.
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