Il miracolo delle fave e la vincita al Lotto
Sono tante le storie che gravitano attorno al Lotto, alcune sembrano addirittura delle leggende, altre fantasie scaturite da menti molto prolifiche, ed altre ancora nascono da quel connubio che esiste tra magia e chiesa.
Ne abbiamo sentite di tutti i colori, tante ne abbiamo riportate qui nel sito e sono a disposizione di chi le vuole leggere, e tante altre ne avremmo da raccontare e, se il tempo ce lo consente lo faremo molto volentieri.
San Domenico Abate
Oggi ci soffermeremo sul poco conosciuto “miracolo delle fave”, attribuito a San Domenico Abate, un monaco benedettino vissuto a cavallo tra la fine del 900 e dell’anno 1000.
A lui sono attribuiti tanti miracoli, ma quello che a noi interessa è quello delle fave, in cui si racconta che San Domenico, per sfuggire a dei ceffi poco raccomandabili, si nascose in campo dove un contadino del luogo si stava accingendo a seminare delle fave.
Il miracolo
Si mise d’accordo con il contadino per fargli dire, a chi lo inseguiva con cattive intenzioni, che certo lo aveva visto passare quando lui stava seminando le fave, e proprio mentre il contadino diceva questo a quei gaglioffi, il campo di fave appena seminato si mise a fiorire ed ecco che le fave maturarono tutte all’improvviso.
Il contadino stupefatto, come tra l’altro gli inseguitori del Santo, ripresosi dalla meraviglia si mise a dire a gran voce: “non vedete che è un Santo, che volete da lui? È appena passato ed ha fatto maturare le fave”.
Quelli, visto il miracolo, restarono confusi e meravigliati e, con la coda tra gambe tornarono indietro e lasciarono perdere il Santo. Sin qui la storia di questo miracolo, ma c’è un seguito che riguarda il Lotto.
In redazione
Nei primi anni 90, nella redazione di Lotto Gazzetta, si presentò un tizio, certo Giuliano di cui non rammentiamo il cognome, il quale ci raccontò la storia appena descritta e il modo per avere i numeri al Lotto.
A suo dire, una volta raccolte delle fave appena maturate e che non devono avere assolutamente l’occhio nero, cioè la parte superiore del baccello scura, si devono cuocere come segue.
La ricetta
In un tegame abbastanza capiente si deve soffriggere, con dell’olio, abbondante cipolla con della pancetta e, quando la cipolla imbiondisce e la pancetta inizia a diventare “scrocchiarella” aggiungere le fave.
Quando le fave stanno definitivamente per cuocere, aggiungere della menta fresca con una leggera spolveratina di pepe e far rosolare a puntino; quindi, servire sinché il tutto è ancora caldo.
L’invocazione
Prima, però, è necessario invocare in latino una supplica affinché il Santo interceda presso il Supremo ed esaudisca la nostra richiesta che, nella fattispecie e quella di far vincere al Lotto.
Questa la supplica in latino
Pie Pater Dominice,
tuorum memor operum
sta coram summo judice
pro tuo caetu pauperum
Cose da fare dopo
Recitare un Gloria e recarsi nella chiesa più vicina per accendere un cero qualsiasi. Fatto questo uscire in strada e prendere i numeri della targa della prima auto che passa e giocarli nella ruota più vicina alla città di quella targa.
Come vedete sembra tutto così empirico e fantasioso, eppure Giuliano, dopo averci raccontata questa storia, tornò qualche giorno dopo in redazione con una bolletta di un terno secco su Roma, realizzato il sabato precedente.
Il miracolo delle fave e la vincita al Lotto
Fu un caso fortuito, oppure le fave hanno davvero contribuito, assieme a quella supplica, a far vincere quel terno? Abbiamo imparato, a nostre spese, che talvolta quello che ci sembra impossibile è possibilissimo; quindi, a corredo, ecco una previsione che ricalca la storia appena raccontata.
Firenze per tutte le sorti
20.50.33.41
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