Il Lotto a Firenze: Storia del Gioco

Il Lotto a Firenze: Storia del Gioco

Quando il Lotto era (quasi) una tassa

Se pensate che il Lotto sia solo un passatempo moderno, vi sbagliate di grosso. A Firenze, già nel 1520, il gioco era visto come un sistema per smaltire beni e rimpinguare le casse dello Stato.

E non era nemmeno troppo popolare! Fu necessario incaricare alcuni cittadini di convincere la popolazione ad acquistare i biglietti, perché i fiorentini dell’epoca non sembravano troppo entusiasti all’idea di tentare la sorte.

Ma il vero passo avanti lo fece Cosimo I de’ Medici nel 1556, trasformando il Lotto in un vero e proprio affare finanziario. E da quel momento, la storia del gioco si intrecciò con quella della città, tra divieti, riforme e innovazioni.


Cosimo I e la nascita del Lotto moderno

Nel 1556, Cosimo I creò una società del Lotto insieme ad alcuni mercanti. Non solo versò una somma di denaro per l’impresa, ma fece in modo che nel fondo cassa del gioco confluissero anche le sanzioni pecuniarie del Granducato.

Perché questa mossa? Semplice: il duca aveva bisogno di coprire le spese militari per Firenze e Siena, e il Lotto si rivelò una miniera d’oro.

Tuttavia, non tutti erano entusiasti dell’iniziativa. Nel 1688, per esempio, venne imposto il divieto di partecipare al Gioco del Seminario di Genova, forse perché i fiorentini preferivano scommettere fuori regione.

Ma il vero colpo di scena arrivò con il bando del 1732, che condannava il Lotto come fonte di immoralità. Secondo il governo, il gioco portava la gente a commettere ogni tipo di misfatto pur di trovare i soldi per scommettere.

Eppure, nonostante le multe e le minacce di prigione, il Lotto continuò a prosperare.


L’istituzione ufficiale del Lotto in Toscana (1739)

Dopo anni di divieti e restrizioni, nel 1739 il Granducato di Toscana decise di rendere il Lotto un’istituzione ufficiale.

Il gioco fu dato in appalto a Ottavio Cataldi, con una concessione di nove anni. E qui troviamo una delle tradizioni più curiose: le novanta zitelle.

In ogni estrazione, cinque di queste ragazze avrebbero ricevuto una dote per il matrimonio o per l’entrata in convento. Un premio decisamente più concreto rispetto a quello che vincono oggi i giocatori!

Le estrazioni non si limitavano a Firenze, ma coinvolgevano anche Pisa e Livorno.

Per evitare frodi, le ricevitorie – chiamate prenditorie – erano obbligate a tenere registri dettagliati delle giocate. Un sistema che, tra alti e bassi, rimase in vigore fino al 1784, quando l’amministrazione del gioco passò direttamente allo Stato.


Dal Granducato al Regno d’Italia: l’evoluzione del Lotto

Quando nel 1802 il Granducato lasciò il posto al Regno d’Etruria, il Lotto continuò senza particolari cambiamenti. Tuttavia, con l’arrivo dei francesi, venne introdotta la Lotteria Imperiale di Francia, che seguiva regole leggermente diverse.

Con la restaurazione del Granducato nel 1814, si tornò alle vecchie regolamentazioni, ma fu solo nel 1821 che Ferdinando III di Lorena riformò e completò il sistema.

Fu lui a stabilire che:

  • Ogni 4.000-5.000 abitanti ci fosse una ricevitoria.
  • I ricevitori potessero nominare sostituti per raccogliere giocate nelle zone rurali.
  • Si potesse puntare su estratto semplice, estratto determinato, ambo, ambo determinato e terno.
  • Le giocate valessero solo per l’estrazione della settimana in corso (vietando il gioco a credito).
  • Le estrazioni fossero 48 all’anno, metà in Toscana e metà a Roma.

Questa struttura rimase la base per la regolamentazione del Lotto anche dopo l’Unità d’Italia, quando si rese necessario unificare le normative regionali.


Curiosità: Il Lotto e le “fanciulle bisognose”

Uno degli aspetti più bizzarri del Lotto storico riguarda il metodo di estrazione.

I numeri non erano semplici palline, ma venivano scritti su fogli quadrati, poi inseriti in contenitori di cartone identici tra loro. Il tutto veniva poi riposto in un recipiente ottagonale.

E la cosa più incredibile? A ogni numero corrispondeva il nome di una ragazza nubile, di età compresa tra i 15 e i 30 anni, e di provata moralità.

Se il suo numero veniva estratto, la giovane riceveva una dote di 100 lire, utile per sposarsi o entrare in convento.

Insomma, il Lotto non era solo un gioco d’azzardo, ma un vero e proprio strumento di welfare!


Il Lotto a Firenze: da gioco a istituzione pubblica

Dal 1520 ai giorni nostri, il Lotto ha attraversato secoli di storia fiorentina, passando da sistema per raccogliere fondi a vera e propria istituzione regolamentata.

Se in origine veniva usato per finanziare guerre e conquiste, con il tempo si è trasformato in un meccanismo di raccolta fondi ben più pacifico e democratico.

E oggi? Nonostante tutte le evoluzioni, il Lotto rimane un punto fermo della tradizione italiana.

La prossima volta che giocherete sulla ruota di Firenze, ricordatevi di Cosimo I, delle 90 zitelle e delle ricevitorie che hanno scritto la storia di questo gioco! ️

Napoli e Roma ambata 54

Per ambo e terno 54.68.44

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A cura di Gino Pinna

La passione per i numeri e per le storie che essi nascondono è una fiamma che per Gino Pinna si accende molto presto. La sua avventura nel mondo della lottologia inizia ufficialmente nel 1989, quando il suo talento lo porta a entrare nelle redazioni di testate storiche del settore come "la Schedina" e "la Settimana del Lotto". In un ambiente così competitivo, la sua profonda comprensione delle dinamiche del gioco e la sua innata capacità analitica emergono con una rapidità sorprendente. In pochi mesi, brucia le tappe e viene promosso alla prestigiosa carica di Direttore Tecnico, un ruolo che gli permette di affinare le sue competenze e di diventare un punto di riferimento per migliaia di lettori. Spinto da una visione imprenditoriale e dal desiderio di creare un dialogo ancora più diretto con gli appassionati, dopo un paio d'anni compie il grande passo: diventa editore di se stesso, fondando testate che hanno fatto la storia del settore e che ancora oggi sono nel cuore di molti, come "Lotto Gazzetta" e il mensile "Lotto Gazzetta Mese". Dopo aver guidato con successo il mondo dell'editoria cartacea, vicende familiari lo portano a una scelta difficile ma necessaria: lasciare la carta stampata per abbracciare una nuova, grande avventura. Nasce così Lottogazzetta.it, l'eredità digitale di un'esperienza ultra trentennale, un progetto ambizioso creato per un unico, grande scopo: offrire a tutti, neofiti e veterani, gli strumenti per affrontare il mondo del Lotto, 10eLotto e SuperEnalotto con intelligenza, strategia e consapevolezza. Oggi, attraverso il sito, Gino mette a disposizione il suo immenso bagaglio di conoscenze, esplorando ogni singolo aspetto del gioco: dalla statistica più rigorosa alla saggezza popolare della Smorfia, dallo sviluppo di metodi inediti alla creazione di sistemi complessi, dall'interpretazione dei sogni allo studio affascinante del rapporto tra Astrologia e Numerologia. Un punto di riferimento completo, nato da una vita dedicata a svelare i segreti della fortuna.

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