Il Santo del Giorno si propone di essere una rassegna quotidiana sulla storia dei Santi, contenuti all’interno del Calendario Vaticano e custoditi nella memoria della Chiesa.
Narrazioni di maestri di vita cristiana di tutti i periodi storici che, come fari luminosi, illuminano e orientano il nostro cammino.
Il Santo del giorno
6 Agosto
Nome: TRASFIGURAZIONE
TRASFIGURAZIONE DEL SIGNORE
Per gli Orientali il 6 agosto rappresenta la Pasqua dell’estate per l’importanza tipologica-biblica dell’avvenimento ricordato dai vangeli. Nella trasfigurazione sul “monte santo” (2 Pt 1, 18), individuato per tradizione nel Tabor, Gesù si manifesta ai discepoli nello splendore della vita divina che è in lui.
Questo splendore è solo un anticipo di quello che lo avvolgerà nella notte di Pasqua e che comunicherà a noi rendendoci figli di Dio.
La nostra vita cristiana è da allora un processo di lenta ma reale e sicura trasformazione in Cristo, come è mirabilmente cantato dal prefazio: il Cristo “rivelò la sua gloria… per preparare i discepoli a sostenere lo scandalo della croce e anticipare, nella Trasfigurazione, il destino meraviglioso della Chiesa, suo mistico corpo”.
La festa della Trasfigurazione fu estesa all’Occidente nel 1456 da Callisto III in ricordo di una vittoria sull’Islam. La luce è la forma di comunione più perfetta: permette la conoscenza reciproca e la compenetrazione più assoluta.
Per questo è vista come il segno più espressivo dell’Eucarestia. San Giovanni, scrivendo “in codice” il libro liturgico per eccellenza, l’Apocalisse, definisce Cristo come “la stella radiosa del mattino” (Ap 2, 28; 22, 16).
E’ il dono eucaristico alle Chiese che si “convertono”, e ai singoli che hanno “candeggiato” le loro vesti nel sangue dell’Agnello e camminano con il Signore “in bianche vesti”. Si comprende come la trasfigurazione, con il tema della luce, sia stata scelta ben presto quale lettura base per la catechesi liturgica in preparazione al battesimo (cf II domenica di Quaresima). G
li Orientali cantano un’antifona molto espressiva dopo la comunione: ίdomen tó phós (abbiamo visto la luce).
Anche noi in ogni Messa “vediamo la luce” comunicando col Risorto: come Mosè al roveto ardente o sul Sinai; come il popolo sotto la nube luminosa, Elia rapito sul carro di fuoco, Simeone al tempio di Gerusalemme; come Pietro, Giacomo e Giovanni al Tabor; come gli Apostoli con Maria nel cenacolo a Pentecoste, Paolo sulla via di Damasco.
In attesa di essere rivelati come “figli della luce” nella liturgia del cielo, quando Dio sarà “tutto in tutti”.
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