Il Santo del Giorno si propone di essere una rassegna quotidiana sulla storia dei Santi, contenuti all’interno del Calendario Vaticano e custoditi nella memoria della Chiesa.
Narrazioni di maestri di vita cristiana di tutti i periodi storici che, come fari luminosi, illuminano e orientano il nostro cammino.
Il Santo del giorno
28 Luglio
Nome: ARDUINO
S. ARDUINO
Sacerdote († 627)
Secondo una leggenda sarebbe nato in Inghilterra da genitori pagani. Convertito al cristianesimo da S. Agostino di Canterbury, sarebbe stato elevato al sacerdozio, e per un certo tempo avrebbe esercitato il sacro ministero dedicandosi intensamente alla preghiera e al digiuno.
Più tardi, insieme con Gerardo, Bernardo e Folco, i cosidetti santi pellegrini, si sarebbe recato in Palestina per venerare i luoghi santificati dalla presenza del Salvatore.
Al ritorno dalla Terra Santa si sarebbe fermato a Ceprano dove, colpito dalla peste, sarebbe morto il 28 luglio 627, e dove sarebbe stato sepolto nella chiesa di S. Maria.
Quanto alle raffigurazioni del santo, si ha memoria di una immagine di lui dipinta nella vecchia basilica di S. Pietro a Roma.
Nella chiesa demolita di Ceprano v’era una sua statua lignea con il capo in argento e una tavola dipinta rappresentava il santo pellegrino e, intorno a lui, in undici scomparti, altrettanti miracoli da lui operati. Il Tavani parla di una bella incisione in rame che rappresenta il santo in veste di pellegrino, e, nello sfondo, il ponte sul Liri e Ceprano turrita.
Nome: INNOCENZO
S. INNOCENZO I Papa (401-407)
Nato ad Albano Laziale, forse figlio di Anastasio I (399-401) e probabilmente suo diacono. Fu eletto e consacrato pontefice nel 401. Egli mirò a rafforzare il primato pontificio e la preminenza della Chiesa romana, pur in mezzo alle difficoltà storiche del suo tempo.
Dimostrò la sua determinazione di imporsi tanto in Oriente quanto in Occidente servendosi anche all’occorrenza dell’appoggio di Giovanni Crisostomo (347-407) e di Girolamo (331-420).
Quando Giovanni Crisostomo fu deposto dalla carica di vescovo di Costantinopoli ed esiliato nel 404, Innocenzo gli spedì lettere di incoraggiamento, rifiutò di riconoscere il vescovo nominato al suo posto.
Quando venne informato (416) che a Betlemme bande di facinorosi avevano distrutto i monasteri di S. Girolamo e aggredito coloro che vi abitavano, Innocenzo I gli scrisse subito offrendosi di esercitare “l’intera autorità della sede apostolica” contro i colpevoli; rivolse poi aspri rimproveri a Giovanni vescovo di Gerusalemme († 417) perché permetteva che nella sua diocesi avvenissero simili atrocità.
Innocenzo enunciò chiaramente l’idea che la sede apostolica possedeva la suprema autorità dottrinale. S. Agostino si rallegrò del fatto che due sinodi avessero inviato le loro decisioni alla Santa Sede, e che essa avesse impartito norme esaustive risolvendo in tal modo la questione.
Grave fu la presa di Roma da parte dei Goti, avvenuta il 24 agosto 410. Da due anni Alarico si aggirava intorno alla città stringendola d’assedio ed i Romani non avevano ne il coraggio, ne le forze sufficienti per opporsi.
I pagani residenti in città approfittarono delle dolorose circostanze per celebrare solenni sacrifici alle antiche divinità. Il papa riuscì a concludere con Alarico una tregua, accettando la condizione di recarsi in ambasceria a Ravenna presso l’imperatore Onorio, per ottenere terre ai Goti e speciali poteri al loro re.
Insieme con alcuni dignitari partì per Ravenna, ma non riuscì nel suo intento. Roma fu saccheggiata per tre giorni e fu costretta a pagare un forte tributo; Innocenzo vi rientrò nel 412. Morì in Roma nel 417. Fu sepolto nel cimitero di Ponziano sulla via Portuense.
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