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Delusi molti giocatori del Lotto

Tra i ricordi di un Lotto che fu...

Delusi molti giocatori del Lotto

Sta oramai diventando “voce di popolo”, il fatto che la grande massa dei giocatori del Lotto si trovino nella triste situazione di avercela con la nuova gestione del Lotto automatico, e governato dalle macchinette Venus.

Tanti giocatori odierni, ahimè, non hanno nemmeno mai assistito, su qui vecchi tv in bianco e nero, ad una estrazione dove la mano di un bambino bendato, tirava fuori da un’urna, che roteava tre volte avanti, e tre indietro, un bussolotto di metallo.

Le sfere di metallo

Dentro a questo bussolotto c’era un foglietto, con dentro stampigliato un numero, l’estraendo, che veniva letto da un incaricato, presentandolo con due mani per farlo vedere bene alla telecamera, e intanto in casa, in quella tavola tutta apparecchiata, si cenava riuniti imboccando i piccini, ma con lo sguardo su quel monitor freddo e incolore.

Anche allora si aveva la delusione di non vedere sortire i numeri, e imperterriti e ci si prometteva che sarebbe stato sabato prossimo venturo a farci vincere, e qualche sabato si vinceva davvero.

Il tempo passa

Sono passati 18 anni dalla messa in opera di una macchinetta Venus, e sono passati sempre gli stessi sabati, ma anche i martedì e i giovedì, e non ultimo, complice una disgraziata alluvione che ha messo in ginocchio molte famiglie, ci sono anche i venerdì.

Ora i veterani del gioco, come noi, assistono in streaming alle estrazioni, ma non c’è più quell’ansia, quella concentrazione nel chiedersi nella testa se si era capaci, con la propria forza di volontà, a fare estrarre il numero che ci interessava.

Ora

Lo schermo bello e colorato, ora, tra qualche sobbalzo dovuto ad una connessione, a volte ballerina, ci ipnotizza vedendo estrarre tre numeri quasi contemporaneamente, privandoci di quell’ansia, ma anche di quella concentrazione che era la nostra forza contro i Lotto.

Siamo stati noi i complici di tutto questo, accettando l’innovazione, e sperando che, forse, in questo modo si potesse vincere di più, ma è stata solo un’illusione, una rocambolesca avventura che ci vede soccombere contro un demone, quello del gioco, che è alimentato dal nostro stesso desiderio di avere la possibilità, vincendo, di cambiare in meglio.

Voler cambiare

Quasi fosse quel vile denaro a fare di noi quello che siamo in realtà, non riconoscendo le nostre paure e debolezze, ma credendo che delle palline, ora gialle, possano davvero dare quel senso alla vita che si inizia a inseguire, da quando si ha coscienza.

Si, siamo delusi di questo Lotto che poco concede, mentre noi gli si dà tutto, quasi a volerlo far volgere, impietosendolo, verso di noi e regalarci quell’attimo di gioia che vale molto più dei soldi vinti, perché ti innanza su in cielo mettendoti quasi a braccetto con gli dèi.

Immancabilmente, poi, cadi da quell’olimpo ritrovandoti di nuovo in quella “Atene”, o “Sparta”, che ti guidano la vita di tutti i giorni, in questa “democrazia” eredita dal passato e passata come panacea.