Il Santo del Giorno si propone di essere una rassegna quotidiana sulla storia dei Santi, contenuti all’interno del Calendario Vaticano e custoditi nella memoria della Chiesa.
Narrazioni di maestri di vita cristiana di tutti i periodi storici che, come fari luminosi, illuminano e orientano il nostro cammino.
Vite da emulare, da capire e da fare proprie, per cercare di raggiungere quegli obiettivi cristiani con cui il catechismo ci ha indottrinato.
Si è portati, leggendo, a riflettere su quei comportamenti che comunemente, nella vita di tutti i giorni, abbiamo e a cui non facciamo caso, ma che altri vedono anche a nostra insaputa.
Tramite alcuni software di numerologia, per ciascuno dei Santi di cui giornalmente è raccontata la vita, sono calcolati dei numeri da utilizzare come meglio riterrete opportuno.
Santa Irene Santo del giorno per il 20 ottobre
I suoi genitori, Hermigio ed Eugenia, si sono impegnati molto per dare alla ragazza un’educazione cristiana.
Santa Irene è nata in una città chiamata Nabancia in Portogallo. I suoi genitori erano Hermigio ed Eugenia e si sono presi la briga di dare alla ragazza un’educazione cristiana.
Uno zio di suo nome Selio, abate del monastero di Santa María, decise di contribuire efficacemente alla coltivazione di quella nobile pianta. A tal fine incaricò Remigio, monaco dello stesso monastero, di istruire la ragazza. Irene è stata educata insieme a Giulia e Casta, le sue zie, e ad altre giovani donne, che vivevano in grande solitudine, dedite al servizio di Dio, con totale distacco dai tumulti del secolo.
Irene ha frequentato molto i sacramenti. Un giorno la vide Britaldo, figlio di Castinaldo, signore del paese, che si innamorò di lei così ciecamente che, non potendola sposare perché Irene aveva consacrato la sua verginità a Gesù, cadde in una profonda malinconia e profonda tristezza, che lo mise in rischio imminente di perdere la vita.
Irene ebbe la rivelazione della malattia di cui soffriva Britaldo, e mossa di carità decisa a fargli visita per curare il giovane posseduto da una passione che ne rivelò la salvezza. Accompagnata da alcune persone oneste, si recò a casa del malato, e Irene gli parlò con tanta energia delle prerogative ed eccellenze della sua castità e dei grandi favori con cui Dio premia questa virtù così gradita ai suoi occhi divini, che Britaldo fu del tutto sereno lo lasciò confortato.
Irene è tornata in pensione piena di gioia per il felice successo di una spedizione così pericolosa. Usando la familiarità che Irene aveva con Remigio, il demone iniziò a fare una guerra così crudele contro il monaco, sollevando nel cuore di Remigio una tempesta di tentazioni disoneste, che, finalmente ceduto ai violenti attacchi del tentatore, arrivò a manifestare la sua passione per Irene.
Irene rimproverò la religiosa che decise di vendicarsi della vergine innocente, dandole artificialmente una bevanda che le fece gonfiare la pancia al punto che sembrava incinta.
La notizia si diffuse in tutta la città; Britaldo lo scopre e, sparato dalla gelosia sfrenata, invia un soldato per uccidere Irene. Una notte la Santa uscì per alleviare i suoi dolori sulle rive del fiume Naban, vicino alla città, e quando fu inginocchiata nella preghiera più fervida bagnata di lacrime, l’assassino le trafisse la gola con una spada e gettò il corpo di il martire.
La sensazione che la perdita di Irene provocherebbe nelle loro zie Julia e Casta non è più visibile. Erano inconsolabili nel timore di qualche disastroso corso della nipote, stimolati dal doloroso dolore che la affliggeva continuamente; ma quel Signore che permise l’attacco a causa dei suoi giudizi impenetrabili, fornì i mezzi più sorprendenti per dichiarare l’innocenza del suo servitore più fedele.
Lo zio abate era in preghiera, permeato dello stesso sentimento, e Dio, dopo avergli rivelato tutto l’avvenimento, avvalendosi dell’alta opinione che doveva al popolo, lo chiamò e lo condusse in solenne processione sul luogo dell’omicidio. Le correnti del fiume Naban avevano portato il venerabile cadavere al possente fiume Tago, e la processione arrivandovi, vide con ammirazione tutti i servitori, che ritirando le acque della sua vecchia corrente, avevano lasciato il corpo del Santo a secco su un sontuoso sepolcro, scolpito dal ministero degli Angeli, con la ripetizione dello stesso stupefacente prodigio accaduto alla morte di San Clemente Papa.
L’abate con tutto il seguito voleva estrarre il cadavere da quel luogo; ma non riuscendo a realizzarlo nonostante le procedure più efficaci, erano tutti convinti che fosse volontà di Dio che rimanesse lì, confermandosi maggiormente in questo concetto con il nuovo prodigio avvenuto dopo la loro partenza, che era quello di restituire le acque del Tago al loro corrente antica, coprendo con la sua purezza cristallina la nota famigerata che abbatté l’iniquità nei confronti della casta moglie di Gesù Cristo, che volle raccomandare la santità del suo fedelissimo servitore con la suddetta meraviglia e con tanti altri miracoli che operò a contatto con alcune reliquie che l’abate portò al suo monastero: prendendo la città di Scalabiz, nella cui giurisdizione si trovava la tomba, il nome di Santa Irene, sebbene la parola corrotta e abbreviata, è rimasta quella di Santaren.
Del monaco Reimigio e del soldato che uccise la Vergine Santa, i Breviari affermano che a Roma fecero una degna penitenza per i loro peccati. Fissarono questo evento all’anno 653, quando Recesvinto regnò in Spagna.
I numeri di oggi sono:
Venezia e Tutte, al Millionday e al 10eLotto ogni 5 minuti
61.58.43.39.77