Tra mito e leggenda: Il Lotto misterioso del Gobbo di Tor Sapienza
Tra mito e leggenda: Il Lotto misterioso del Gobbo di Tor Sapienza
A metà tra il 1.400 e il 1.500, un certo cardinale, tal Domenico Pantagati detto Capranica, acquistò il casale Bucchamatiis, che diede in affido agli studenti perugini del Collegio di San Girolamo.
Furono proprio questi studenti, a chiamare la torre quadrata e merlata, in laterzio e con stipiti in travertino, con il nome di “Sapienza Nuova”, e da qui la torre del casale fu rinominata Tor Sapienza.
Una leggenda conosciuta da pochi racconta di un neonato abbandonato e avvolto da pochi stracci, proprio lì davanti l’entrata di quel casale.
Era il 19 maggio del 1769, giorno, mese e anno in cui fu eletto papa Clemente XIV, il quale venne consacrato alcuni giorni più tardi perché non ancora vescovo.
La famiglia che aveva a mezzadria i servizi essenziali del casale fu invitata a crescere il trovatello e, ben presto, scoprirono di una deformazione alla colonna vertebrale del piccolo che lo rese curvo e prominente sul dorso.
In pratica detta con più semplicità: un Gobbo.
Il ragazzo crescendo era attratto dalle scienze umanistiche dell’epoca, in special modo dalla matematica, che coltivava durante il tempo libero in cui non era impegnato con i lavori pesanti della famiglia acquisita.
Era intelligente, e di questo si accorse un notaio che possedeva delle terre lì attorno, il quale lo prese con sé e lo instradò a svolgere diversi lavori.
Scrivere dei documenti per lui, andare a riscuotere pagamenti, insomma cose del genere.
Più passava il tempo e più la malformazione diventava evidente, ma per il Gobbo non era un problema: finalmente era rispettato e non deriso come lo era un tempo.
Fu agli inizi del 1800 che, in una bettola, fu iniziato da una guardia pontificia al gioco del Lotto.
Ci mise così tanta passione e ci dedicò tanto di quel tempo che, spesso, riusciva a vincere discrete sommette, arrecando l’invidia degli altri giocatori.
Fu quella volta, dice la leggenda, che vincendo alcune migliaia di scudi ed avendoli appena incassati, che fu fatto prigioniero da qualche gaglioffo.
Non tanto per rubargli la vincita, quanto per farsi loro insegnare come faceva a vincere.
Siccome il Gobbo non aveva intenzione di raccontare come faceva a ricavare i numeri vincenti al Lotto, i furfanti che lo tenevano sequestrato lo torturarono in ogni modo, ma lui zitto.
Fu soltanto quando uno di loro, con un ferro rovente, gli passo da parte a parte la gobba che si decise a parlare.
Non svelò loro il suo segreto, ma riuscì a mettersi d’accordo dicendo che se lo avessero liberato li avrebbe informati dei numeri da mettere in gioco.
I malviventi vollero metterlo alla prova per vedere se diceva la verità, e senza prima liberarlo si fecero dare i numeri.
Si dice che vinsero quasi subito, ed euforici di quel risultato tornano dal Gobbo per farsi dare altri numeri, ma lo trovarono accasciato su quella vecchia sedia su cui lo tenevano prigioniero.
Il ferro rovente con cui gli avevano trapassato la gobba, gli aveva causata una forte infezione che lo stava conducendo lentamente verso la morte.
Cercarono in ogni modo di guarirlo, ma qualunque rimedio usassero il Gobbo peggiorava.
Quei disonesti, resosi conto che la fortuna stava per sfuggirgli di mano, portarono di fretta e furia il povero malcapitato a casa di un vecchio cerusico per cercare di guarirlo.
Costui gli praticò delle incisioni sulla gobba per cercare di estrarre l’infezione, ma oramai era troppo tardi per rimediare, in quanto oltre che nella gobba anche il sangue era infetto.
Quando quei farabutti seppero dal vecchio cerusico che non vi era più nulla da fare, presi dalla paura di essere catturati come assassini, si diedero alla fuga lasciando il moribondo nelle mani dell’anziano medico.
Fu in punto di morte, prosegue ancora la leggenda, prima di esalare l’ultimo respiro, che il Gobbo con un ultimo sforzo trasmise al cerusico il suo segreto.
La leggenda dice che con questo nuovo “SAPERE” il cerusico trascorse in agiatezza quei pochi anni che gli restavano e anche lui, prima di rendere le sue ossa alla terra, passò il segreto del Gobbo al suo nipote prediletto.
Segreto che per vie traverse è giunto sino a noi e che condividiamo con tutti Voi.
Abbiamo messo alla prova il metodo segreto del Gobbo, in modo da constatarne la sua efficacia, ma sarete Voi a giudicarlo in prima persona e trarre le conclusioni.
Il metodo è semplicissimo e si mette in esecuzione soltanto nella ruota di Roma, dopo che è avvenuta la prima estrazione del mese.
A quel punto, al primo estratto di Roma, si sommano i fissi +12 e +79. I due numeri si giocheranno per ambata e ambo nelle 9 estrazioni successive su Roma.
Si calcolano poi degli abbinamenti sommando sempre al primo estratto della prima estrazione del mese, della ruota di Roma, i seguenti fissi: +4, +22, +49, +62.
Naturalmente quando occorre si applica sempre la regola del fuori 90.
Abbiamo effettuati i calcoli ed ancora dopo la prima del mese non ci sono stati sfaldamenti, quindi la seguente previsione è valida per almeno un mese, ad iniziare dalle estrazioni del Lotto di oggi 11/08/2020.
Roma ambata e ambo 67.90
Abbinamenti per ambo e sorti maggiori
10.37.50.82
Per tutte le sorti
10.37.50.67.82.90