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La Zingara di Piazza Vittorio e i numeri al Lotto

La Zingara di Piazza Vittorio e i numeri al Lotto

Oltre quaranta anni fa il mercato dell’Esquilino, meglio conosciuto come il mercato di Piazza Vittorio a Roma, era attivo e risiedeva in quella piazza nel cui giardino c’è la famosa Porta Alchemica, o Porta Magica.

Gli ambulanti già dalle primissime ore del mattino risvegliavano il circondario con le loro grida e i rumori dei loro movimenti. I primi erano le bancarelle dei “pesciaroli” e a seguire tutte le altre categorie.

Il mercato si protraeva quasi sino alle prime ore del pomeriggio, ma prima della chiusura definitiva, dopo la “mezza”, in altre parole dopo le 12:30, esisteva un mercato parallelo.

Nella corsia del mercato si assisteva ad un frenetico via vai di donne zingare, accompagnate spesso da loro figli piccoli.

Tutte belle con i loro costumi sgargianti, che brillavano al sole con i loro ori luccicanti che dovevano pesare diversi etti.

Il loro via vai era scandito da un dialetto incomprensibile, ma quando si rivolgevano alla gente del mercato, o al pubblico che transitava, sapevano farsi capire.

Era a quell’ora, comunque, che queste vere e proprie frotte di zingare “aprivano” il loro mercato.

Cercavano di vendere quello che durante il giorno, o quello prima, erano riuscite a sottrarre a qualcuno poco accorto, e la gente, ben sapendo la provenienza di quella “merce”, ne era attirata dal basso costo a cui veniva offerta.

Tra queste zingare ce ne era una, non molto anziana in verità, ma che sapeva portare con alterigia e decoro la sua veneranda età, bardata anch’essa dei suoi luccichii, tuttavia in vesti non sgargianti come le più giovani.

Tutte le altre le portavano un rispetto particolare, e bastava anche solo un suo sguardo per zittirle o per fargli capire che era lei al comando.

Lei non partecipava mai al mercato, molto probabilmente perché oltre al comando possedeva un’altra dote.

Quando fermava qualcuno lo faceva con discrezione e mai con aggressività, e domandava se poteva leggergli la mano, ed anche se spesso aveva un rifiuto, mai è stata maleducata, ma abbassava lo sguardo come a scusarsi.

Si diceva in giro che fosse una donna benedetta, e che aveva lo straordinario potere di prevedere il futuro perché, invisibile al suo fianco, viaggiava uno spirito leggendario che le suggeriva cosa dire e fare.

Cosa ci fosse di vero non si è mai veramente capito, ma quando un giorno una vecchia donna del quartiere le si avvicinò chiedendole di dargli tre numeri al lotto, lei suggerì, invece, un metodo per vincere.

Noi conosciamo quel metodo, ed anche molti altri che sono stati attribuiti alla zingara, e in questa occasione riportiamo quello che fu dato e consigliato a quella donna che viveva adiacente al mercato di Piazza Vittorio.

Trattandosi di un mercato rionale romano, è ovvio che quanto ci apprestiamo a riportare è da giocarsi nella ruota di Roma, almeno per 8/9 colpi.

È probabile che la zingara conoscesse i vari meccanismi del gioco, perché disse con chiarezza che quel particolare metodo andava applicato quando, a Roma, il numero 90 usciva primo.

Cioè quando il 90 era estratto in una qualsiasi estrazione in 1° posizione.

Quando si verificava questo, allora si dovevano giocare per ambata e ambo i numeri 6 e 52.

Poi per vincere di più si doveva prima prendere il numero 85 e sommarlo al 4° e 5° estratto di Roma, di quella stessa estrazione, e successivamente al numero 7 sommare il doppio del 3° estratto più il 4° estratto di Roma.

La quartina risultante si doveva mettere in gioco per ambo terno e quaterna su Roma.

Vi abbiamo riportata questa tecnica di gioco e, se sarà il caso, altre che sembrano appartenere a questa zingara e che, stando a quanto si diceva a Piazza Vittorio all’epoca, abbiano fatto vincere davvero molte persone.

Vi esortiamo a provare la procedura e testarne l’efficacia.

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