Il Santo del Giorno si propone di essere una rassegna quotidiana sulla storia dei Santi, contenuti all’interno del Calendario Vaticano e custoditi nella memoria della Chiesa.
Narrazioni di maestri di vita cristiana di tutti i periodi storici che, come fari luminosi, illuminano e orientano il nostro cammino.
Il Santo del giorno
14 Marzo
Nome: ARNALDO
Beato ARNALDO di SANTA GIUSTINA
Abate e Martire (1185-1255)
Arnaldo, nato nel 1185 dalla nobile famiglia dei Cattanei di Limena, presso Padova, entrò giovanissimo nel monastero di S. Giustina di Padova e tanto si distinse per pietà, ed esemplarità di vita, che nel 1209, a soli 24 anni, ne fu eletto abate.
Il suo fu un governo attivissimo: restaurò il monastero e l’arricchì di nuove costruzioni, fece deviare le acque del Bacchiglione per azionare un impianto di molini. Non sappiamo se e quali relazioni abbia avuto con Sant’Antonio, che operò pure a Padova in questo tempo.
Quando Ezzelino III nel 1237 s’impadronì di Padova e imprigionò il priore di S. Benedetto, altro grande monastero benedettino di Padova, Arnaldo fuggì presso gli estensi, prima a Ferrara e poi nella più vicina Monselice.
Nel 1238 Federico II gli ridiede S. Giustina e l’anno dopo vi fu ospite per ben due mesi. Partito però l’imperatore, la città restò in balia di Ezzelino, che appena si sentì sicuro, nel 1246, fece arrestare Arnaldo e lo chiuse nella fortezza di Asolo.
L’abate vi languì, a pane ed acqua, per otto anni e tre mesi, fino alla morte sopraggiunta il 10 febbraio 1255. In quella circostanza sarebbero state viste come due fasci ardenti discendere dal cielo e splendere sopra il castello.
Sepolto provvisoriamente nella chiesa dei Frati Minori di Asolo, appena cacciato il tiranno il suo corpo fu trasportato a Padova e deposto a S. Giustina in un’arca presso l’uscita.
Quando il 14 marzo 1562 i Corpi Santi, già sepolti nella vecchia basilica, ebbero definitiva sepoltura nella nuova, Arnaldo fu deposto nella seconda cappella a sinistra partendo dal coro.
14 Marzo
Nome: MATILDE
S.ta MATILDE
Regina (X sec.)
Nella storia, il nome di Matilde, Matelda e Metelda, è stato reso chiaro dalla Contessa di Toscana, Matilde di Canossa, che fu a fianco di Gregorio VII durante la lotta per le investiture, quale personaggio di primissimo piano nelle vicende politiche e civili dell’XI secolo.
Nella letteratura, Matelda è stata cantata da Dante – come simbolo di vita attiva – nel Purgatorio.
Nella santità, il nome di Matilde è stato portato da alcuni personaggi femminili chiarissimi per virtù e per condizione.
Tra queste Sante, la più celebre è Matilde di Sassonia, sposa di Enrico Re di Germania e madre di Ottone, Imperatore. Ella fu vera martire della propria condizione, perché i suoi figli, fatti l’un dell’altro nemici per gelosie di potere, avvelenarono la vita della madre.
Infaticabile nelle opere buone e generosissima nella carità, Matilde fu l’angelo benefico dei suoi sudditi finché ebbe accanto a sé il marito, che l’amava e l’incoraggiava.
Ma alla morte di Enrico, i due figli si contesero la successione rendendo la sua vita un purgatorio, non soltanto con le loro contese, ma anche accusando apertamente la madre di aver dilapidato le sostanze familiari e l’erario del regno con la sua eccessiva generosità.
Per umiliarla, essi privarono Matilde di ogni ricchezza. La regina benefica si ridusse così alla stregua del più misero dei suoi beneficati, senza levar mai una parola contro tale ingiustizia o in favore dei suoi diritti. Pianse, sì, non per sé, ma per i figli resi ciechi dall’egoismo.
Pregò per il loro ravvedimento. E le sue lacrime, le sue preghiere, raggiunsero il risultato sperato. Pentiti della loro durezza, i figli le chiesero perdono, la reintegrarono nei diritti, le restituirono l’uso delle ricchezze.
Matilde poté così riprendere, infaticabile, la sua opera in favore dei bisognosi, dei malati, degli afflitti, che continuò paziente fino al giorno della sua morte, nel 968, nel monastero di Quedlinburg, da lei fondato.
I numeri di oggi sono:
Cagliari e Tutte
76.30.52.19