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Il santo del Giorno: 11 luglio

Il Santo del Giorno si propone di essere una rassegna quotidiana sulla storia dei Santi, contenuti all’interno del Calendario Vaticano e custoditi nella memoria della Chiesa.

Narrazioni di maestri di vita cristiana di tutti i periodi storici che, come fari luminosi, illuminano e orientano il nostro cammino.

Il Santo del giorno

Nome: BENEDETTO

S. BENEDETTO 
Abate, Patrono d’Europa (480-547)

Conosciamo la sua vita soprattutto dai Dialoghi scritti da S. Gregorio Magno, che in giovinezza, prima di essere Papa, fu suo discepolo. Nacque a Norcia in Umbria, nel 480, da illustre famiglia (la gens Anicia) e compì a Roma i suoi studi.

La città, già capitale dell’impero, ormai era priva dell’imperatore – l’ultimo era stato deposto nel 476 da Odoacre re degli Eruli – e percorsa da violenze e da corruzione. Benedetto, assetato di verità e di purezza, lasciò Roma e si ritirò, ventenne, a Subiaco, alla ricerca di Dio, in solitudine e preghiera.

Il suo esempio affascinò altri giovani che si unirono a lui nella medesima avventura di vivere per Dio solo, nel tempo in cui non era quasi più possibile versare il sangue nel martirio cruento per Gesù, di cercare “il martirio bianco” del cuore, dell’offerta totale nella rinuncia di ogni bene del mondo, amore umano, ricchezza, indipendenza personale, per Lui solo.

Con i suoi compagni Placido e Mauro e altri giovani generosi, approdò a Cassino, sulla sommità di un colle disseminato di ruderi di templi pagani. Lì, sul confine tra Lazio e Campania, stabilì la dimora della sua comunità, la sua vita cenobitica (comunitaria), per la quale scrisse la “Regola”, monastica, fondendo la saggezza e l’equilibrio romano con la luce del Vangelo di Cristo. 

In una mirabile sintesi, unì la contemplazione al lavoro, la preghiera e l’azione, secondo la formula: “Prega e lavora e non volerti contristare” (“Ora et labora et noli contristare”). Era nato il monachesimo d’occidente, che dilagherà in tutta l’Europa, convertendo molti popoli al vangelo, con la presenza nei luoghi più difficili, con la forza della testimonianza evangelica, con la predi-cazione.

Nell’Europa smarrita per le invasioni barbariche e i ri-volgimenti di popoli, Benedetto con i suoi monasteri diventò irradiazione di cultura, di civiltà di fede profondamente vissuta. Dovunque i monaci si insediarono, fiorirono il lavoro, la scuola, la vita cristiana. Morì a 67 anni nel 547. Papa Paolo VI, nel 1964 lo ha proclamato principale patrono d’Europa.

11 Luglio

Nome: OLGA

S.ta OLGA
Vedova (879-969)

 

Nata nell’879, Olga aveva sposato il principe Igor, Granduca di Kiev. Dal principe Igor, Olga ebbe un figlio. Restata vedova quando l’erede era ancora minorenne, fu lei a reggere, per vari anni, il governo del suo popolo. Poi abbandonò ogni carica ufficiale e partì da Kiev per recarsi nella lontana Costantinopoli.

Lì Olga avrebbe dovuto incontrare l’Imperatore d’Oriente; ma nella missione diplomatica ebbe un inaspettato seguito spirituale. A lungo, infatti, giunta a Costantinopoli, Olga aspettò di essere ricevuta dall’Imperatore Costantino Porfirogenito. Ebbe finalmente una risposta quasi sconcertante: l’Imperatore l’avrebbe ricevuta soltanto se la principessa dei Sarmati si fosse battezzata e fatta cristiana.

Può anche darsi che Olga di Russia accettasse il Battesimo più per motivi diplomatici che per desiderio spirituale. Ma la Provvidenza non lavora mai a vuoto. Santa Olga fu la prima russa di sangue reale a ricevere il Battesimo cristiano. L’anziana principessa, convertita quasi per forza, restò folgorata dalla luce della fede.

La donna quasi barbara, non fu insensibile alla luce di cristiana civiltà che si levava in quel secolo da Costantinopoli, fulgida capitale dell’Oriente. Tornata a Kiev, portò in mezzo al suo popolo una scintilla di quella luce, un seme di quella civiltà. Fu la più efficace, anche se la più modesta missionaria della fede cristiana in terra di Russia.

La conversione, accettata quasi per forza a Costantinopoli, produsse a Kiev i suoi frutti ricchi e maturi. Olga vi costruì la prima chiesa del suo paese – un modesto edificio di legno, secondo la tipica architettura locale, che ripeteva però il nome della sorella maggiore sulle rive del Bosforo, Santa Sofia. Dopo la morte di Olga, avvenuta nel 969, la scintilla della sua fede si comunicò ai figli; e dopo i figli, ai nipoti, e poi ai pronipoti.

Dietro l’esempio dei Principi anche il popolo accolse la nuova religione, come qualcosa di non estraneo, ma di familiare, e capace di frutti di bontà. Intorno alla modesta chiesetta di legno di Kiev, la conversione della Russia, iniziata mille anni fa da Santa Olga, cominciò la sua storia, che ancora non è conclusa.

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